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WHIPLASH "Power and Pain" (Recensione)


Full-length, Roadrunner Records
(1985)

“Thrash to kill, blood will spill!”: i casi sono due, o vi siete esaltati solo al leggere lo scarno proclama del bridge di “Stage Dive” oppure non sapete chi siano i Whiplash. Nel secondo caso, è tempo di rimediare, specie se vi professate amanti del thrash metal! Il trio dei tre Tony appartiene a tutti gli effetti alla scena East Coast, assieme ai più blasonati Anthrax, Overkill, Nuclear Assault e S.O.D. Anzi, le connessioni con quest'ultimo progetto non si fermano qui, poiché Portaro e Scaglione parteciparono a un tour europeo degli M.O.D. (pur sempre di Billy Milano si tratta!) negli anni '90, durante una delle tante “diaspore” della band madre.

Comunque sia, all'epoca dell'incredibile debut i Whiplash erano un power trio che comprendeva Tony Portaro alla voce e chitarra, Tony Bono al basso e Tony Scaglione alla batteria. A dispetto della rozzezza punkeggiante che richiama la scena di New York, dobbiamo al guitar work di Portaro più di una connessione con l'heavy classico, in una formula che rende “Power And Pain” un lavoro davvero ben riuscito nonché vario e mai monolitico. È pur vero che stiamo parlando del 1985, perciò il thrash metal non si era ancora avvitato su se stesso con soluzioni tronfie che ne avrebbero snaturato le radici, perciò siamo negli anni d'oro a tutti gli effetti; e poi, i presupposti per farne un disco thrash epocale ci sono tutti: copertina grezzissima, in puro stile NY (a chi ricorda un'evoluzione di quella di “Fistful Of Metal”?), monicker mutuato dai Metallica, voce abrasiva e senza troppi fronzoli, ritmiche mai scontate. E poi, ai cori troviamo una serie di ospiti poco raccomandabili ma ben noti alla scena HC dell'epoca: Vinnie Stigma, Rob Kabula, Louie Beato e... Peter Steele!

Dell'opener anthemica “Stage Dive” si è già detto, ma i pezzi sarebbero davvero da citare tutti! Mi limiterò qui ai miei preferiti, ossia l'incalzante “Last Man Alive”, la terremotante “War Monger”, la scheggia “Power Thrashing Death”, il thrash sferragliante di “Spit On Your Grave” e le suggestioni venomiane di “Nailed To The Cross”. In effetti, è impossibile separare l'allora giovane tradizione thrash metal dalle influenze dei grandi power trio della contemporaneità, quali appunto i Venom ma anche i Motorhead. L'attitudine, poi, è quella giusta: d'altronde, parliamo di 9 tracce in circa 35 minuti, un minutaggio che verrà emulato e reso mitologico dagli Slayer l'anno successivo, in occasione del capolavoro “Reign In Blood”. E a proposito del quartetto di Huntington Park, i più attenti ricorderanno che il batterista Tony Scaglione fu il primo sostituto di Dave Lombardo, proprio in occasione del tour di supporto a quel disco. Forse fu proprio quello l'inizio degli eventi che portarono instabilità alla formazione del New Jersey, che videro prima dietro le pelli Joe Cangelosi (con un futuro nei Kreator), poi una serie di cantanti che si avvicendarono prima che Portaro si convincesse a riprendere il suo ruolo, assieme a una serie di periodi di inattività a cui si aggiunse la prematura scomparsa di Tony Bono. Come si può intuire, nonostante alcuni buoni sprazzi successivi, i Whiplash non riuscirono mai a recuperare quell'energia condensata nel debut; in ogni caso, questo “Power And Pain” resta una gemma da riscoprire, in onore dei tempi che furono!

Recensione a cura di Francesco “schwarzfranz” Faniello
Voto: 85/100

Tracklist:
1. Stage Dive 
2. Red Bomb 
3. Last Man Alive 
4. Message in Blood
5. War Monger 
6. Power Thrashing Death 
7. Stirring the Cauldron 
8. Spit on Your Grave 
9. Nailed to the Cross 

Line-up:
Tony Portaro - Vocals, Guitars
Tony Bono - Bass
Tony Scaglione - Drums

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