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Mayhem "De Mysteriis Dom Sathanas"

Full-length, Deathlike Silence Productions, 1994
Genere: Black Metal

Eccolo qua, l'album caposaldo del black metal. Anche chi ha sentito parlare di musica nera da due giorni, conosce quest'album, la leggenda che lo circonda, le mille storie sui suoi autori, i mitici "Veri Mayhem".
In un solo cd, un unico album, ritroviamo pressochè tutti i musicisti protagonisti della nascita del black metal; un unico lavoro che a tutt'oggi viene considerato insuperato, il masterpiece irripetibile di una band in cui hanno militato, seppure in tempi diversi e fra i molti che ne hanno formato la variegata line-up, nomi del calibro di Euronymous, Varg Vikernes, Dead, Attila Csihar.
Il fatto che solo due fra le persone appena nominate siano tutt'ora in vita, spiega in parte il motivi dell'utilizzo, forse banale ma veritiero, del termine leggenda all'inizio di questa recensione. Con precisione, però, la formazione che diede vita al DMDS era diversa: Dead era già entrato volontariamente in quel mondo dei morti che tanto bramava, e fra il 1992 e il 1993, le registrazione del disco furono effettuate da Euronymous e Blackthorn alle chitarre, Attila Csihar al microfono, Hellhammer alla batteria,e il basso era imbracciato dal Conte Grishnackh (al secolo Varg Vickernes).

La storia della pubblicazione di questo disco, è però assai complicata, e la sua uscita fu tutt'altro che semplice e senza problemi; senza voler qua ripetere tutta la vicenda, ormai carte giudiziarie d'archivio, del processo a Varg Vikernes, basti dire che un omicidio che toglie di mezzo il leader di una band, in questo caso Euronymous, è una giustificazione più che sostanziosa per questo ritardo. Non per nulla, il retro del disco porta le date di nascita e di morte e la dedica al suddetto chitarrista.
Le origini del concept del DMDS sono altrettanto oscure come la storia riportata fin'ora: nel titolo, escogitato dal suicida primo cantante dei Mayhem, Dead, si alluderebbe ad un misterioso grimorio, un testo di neri rituali satanici. Su questa falsariga, i testi, sempre frutto della fantasia e assieme del disagio di Dead, oscillano tutti fra la morbosa fascinazione per la morte, un satanismo semplicistico e quasi "liceale", la percezione di mondi occulti che riemergono da un passato insieme medievaleggiante, pagano e vampirico. Inutile riportare qui il peso, quasi dogmatico, che quest'immaginario confuso ma di indubbia suggestione, ha avuto sul 99% delle band black metal succedutesi fino ad oggi.
Sensazionale, unica e macabra è pure la voce del cantante del gruppo, l'ungherese Attila Csihar; lontano dagli stereotipi già diffusi delle urla e degli strilli strozzati, Attila modula la voce in maniera inconfondibile, rendendola un mistico e macabro richiamo di un mondo defunto, una cantilena odiosa e dolorosa, originalissima.

Le canzoni del DMDS sono tutte dei classici: "Funeral Fog", "Cursed To Eternity","Pagan Fears"....sono titoli che qualunque blackster conosce a memoria, raggelanti e rabbiosi, insieme ad una nota malinconica e alla ricerca di atmosfere dal sapore antico (senza però mai aprirsi in momenti folk o simili). L'ultima song del cd, omonima, è un vero e proprio tentativo di scrivere un'invocazione al signore delle tenebre, una preghiera nera degna di un sabba che, in un latino alquanto discutibile ma d'effetto, regala all'ascoltatore la sensazione di essere finito nel bel mezzo di un rituale millenario, nel buio di un antico bosco.
La produzione pulita e dignitosa, differenza non da poco con il canonico e indistinguibile ronzio tipico del black norvegese, è una delle caratteristiche dell'album che meglio permettono di cogliere le vistose differenze compositive fra le diverse canzoni: anche nel susseguirsi di molti clichè, le song svelano una natura ogni volta precisa, diversa dalle altre, e mettono di volta in volta in evidenza i pregi d'esecuzione dei singoli membri del gruppo, con Hellhammer davvero sugli scudi con una esecuzione memorabile.
Altrettanto notevole, e inusuale, e la continua presenza di melodie, passaggi cadenzati, rallentamenti; di lì a poco molti cederanno alla tentazione semplicistica del blast beat continuo, ma nel DMDS troviamo già svolte molte lezioni che saranno riscoperte solo anni dopo dagli oltranzisti del rumore a tutti i costi.

Il feeling di tutto il disco è palpabilmente mortifero. Fra le migliaia di dischi che glorificano stucchevolmente il male o la morte, si avverte qui una reale vicinanza con un elemento oscuro. Seppure la storia della band dopo la sua pubblicazione sia stata e sia tutt'ora alquanto contraddittoria (mai un simile capolavoro è venuto neanche lontanamente di nuovo alla luce), il nome Mayhem rimane indelebilmente al centro della triade suprema del black norvegese, assieme a Burzum e Darkthrone.

Se cercate i Maestri, li avete trovati.

Recensore: Burning Stronghold
Voto: 99/100

Tracklist:
1. Funeral Fog 05:47
2. Freezing Moon 06:23
3. Cursed In Eternity 05:10
4. Pagan Fears 06:21
5. Life Eternal 06:57 
6. From The Dark Past 05:27
7. Buried By Time And Dust 03:34
8. De Mysteriis Dom Sathanas 06:22

Total playing time 46:01

http://www.thetruemayhem.com/
http://www.myspace.com/officialmayhem

3 commenti:

  1. The Wolf Caged23 giugno, 2010

    Recensione strepitosa e carica di sentimento. Disco pietra miliare, naturalamente...

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  2. Bravo Nacht, ottima rece! Non c'è da aggiungere altro...

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