Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

GRAVE PLAGUE "The Infected Crypts" (Recensione)

EP, Give Praise records / Redefining Darkness 
(2017)

I Grave Plague sono una band statunitense, sono attivi da un paio d’anni circa e sono fedeli accoliti della vecchia scuola death metal. Per intenderci parliamo del genere ai suoi primordi, suonato con furia, senza fronzoli e che puzza di carcassa. Non servirebbe a molto tracciare un albero genealogico delle influenze dei ragazzi di Cleveland, i nomi cardine sarebbero sempre gli stessi: Possessed, primi Morbid Angel e Death per quanto riguarda la madrepatria e Dismember, Grave, Entombed, Carnage, Unleashed sul versante europeo.

“The Infected Crypts” è un 7’’, contiene due pezzi per una durata complessiva inferiore ai sette minuti. Il materiale per un giudizio non è molto, ma sufficiente per farsi un’idea della pasta dei nostri e forse per una riflessione più generale sullo “stato dell’arte”. La prima canzone, “Arise the Infected” pende più sul lato scandinavo, è scarno, compatto, cadenzato e non eccessivamente veloce. Ricorda i Dismember ad esempio di “Massive Killing Capacity”, ma con una voce più indistinta e maggiore riverbero diffuso. Produzione scarna e tonalità nere come la pece sono ben presenti anche in “Halls of the Rotten”, soltanto qui si spinge di più sull’acceleratore e vengono in mente riferimenti più netti alla scena americana primordiale. Si pensi quindi ai già citati Possessed, ma anche agli Slayer più acerbi e selvaggi. Con la velocità si affaccia contemporaneamente anche una leggera confusione nella struttura del pezzo, difetto che non compariva nel primo pezzo, più fluido e compatto.

Band come i Grave Plague fanno parte di una ormai affollatissima scuola di revival del Death Metal delle origini. La scelta dei cinque dell’Ohio, come di tanti altri colleghi, è comprensibile se pensiamo all’esasperazione dell’elemento innovativo ad ogni costo nella musica estrema. Scelta per cui altrettante band hanno optato e optano da ormai parecchi anni. La reazione dei “primitivi” proviene dal desiderio di restituire un genere brutale, ferino, istintivo e con poche sovrastrutture alla sua forma originale. Purtroppo anche questa nobile e apprezzabile scelta stilistica ha creato una scena molto vicina alla saturazione. Sono poche le formazioni che emergono da un calderone ribollente di sonorità rozze, produzioni minimali e attitudine “raw”. La sensazione è che suonare primordiali stia diventano artificioso e cervellotico almeno quanto il suo opposto, annullando di fatto il valore spontaneo e caotico di tale scelta. 
I Grave Plague sono ottimi musicisti e sarà sempre piacevoli vederli su di un palco a vomitare marciume, ma senz’altro non saranno tra i nomi che lasceranno il segno nella scena revival del death metal old school.
 
Recensione a cura di: Nicola “El Mugroso” Spagnuolo 
Voto: 55/100

Tracklist
1. Arise the Infected
2. Halls of the Rotten
 

Nessun commento