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RAVENCULT "Force of Profanation" (Recensione)

Full-length, Metal Blade Records
(2016)
 
Partiti come una band che proponeva del black metal influenzato prevalentemente dalla scena nord-europea che tutti conosciamo, i greci Ravencult, da un paio di album a questa parte hanno variato la loro proposta in un black-thrash sì grezzo, ma non per questo approssimativo. Non ci troviamo quindi davanti alla solita rilettura delle reliquie del proto thrash riadattate in salsa black, ma proprio ad un ibrido tra il thrash metal di band come Slayer/Kreator/Destruction e il black metal più intransigente.

Messe quindi da parte le tinte fosche e solenni del black metal che andava tanto negli anni Novanta, questo "Force Of Profanation" ci consegna una band convintissima nei propri mezzi, che picchia sempre, comunque e dovunque, salvo qualche decelerazione che ogni tanto serve a dare un attimo di respiro, ma che in sostanza non cambia nulla di questo disco. 
Si dice che solitamente il terzo full-length di una band è quello cruciale per capirne veramente le potenzialità e le intenzioni, e in questo senso il messaggio che ci trasmettono i Ravencult è piuttosto forte. Thrash metal prima che black metal, o comunque i due generi spartiti in parti uguali, come fanno formazioni tipo Aura Noir, Desaster, Necromantheon, Nifelheim e Destroyer 666, tanto per citare nomi che potrebbero far capire il genere suonato attualmente dai Nostri.

Anche la produzione tende ad evidenziare un operato che necessita di una certa pulizia di suono per essere apprezzato, perchè già solo l'ottimo lavoro dietro le pelli di J. è da lodare ed evidenziare, ma anche il riffing non è da meno, una sorta di intendere le chitarre come una commistione tra Slayer-Sodom e Bathory. La voce è rozza e sgraziata e i pezzi si somigliano l'uno con l'altro...ma chi ascolta questo genere vuole qualcosa di molto diverso? Non credo. Anzi, immagino che la forza di album di questo tipo stia proprio nella loro monolicità e nel non offrire nulla di nuovo, se non violenza e cattiveria. Il tutto però è anche suonato decisamente bene, questo è da sottolineare, quindi anche gli ascoltatori meno "beceri" del thrash e del black potrebbero gradire.
Un album che conferma i Ravencult come una buona band, a tratti esaltante, a tratti un po' noiosa, ma in generale molto godibile.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 70/100

Tracklist:

1. Tormentor of Flesh 04:13 
2. In Macabre Triumph 04:32 
3. Beneath the Relics of Old 04:26 
4. Merciless Reprisal 03:19 
5. Into Depths 04:51 
6. Doom Oracle 03:10 
7. Altar of Impurity 02:48 
8. Temple of the Void 05:33

DURATA TOTALE: 32:52

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