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DECAYED "Of Fire and Evil" (Recensione)



Full-length, Lusitanian Music
(2018)


Dodicesimo album per i lusitani Decayed, una band che fa del black metal vecchia scuola e dei pochi orpelli le proprie armi vincenti. Sin dall'iniziale "FireStorm" si respira un po' quell'odore di cose familiari, un po' come quando si va a mangiare dalla solita zia-nonna-mamma. Si capisce che ci si troverà sempre davanti alle solite pietanze, a volte con qualche piccola variazione, ma che difficilmente ci si alzerà da tavola molto delusi. Anzi, a volte l'abitudinarietà e la semplicità sono cose apprezzabili, proprio come la musica contenuta in questo "Of Fire and Evil".

Black metal dicevamo, ma di quello diretto e che rasenta la banalità, ma che a tratti ha una forza distruttrice importante, oltre che doti non trascurabili come coerenza, buona padronanza della materia e credibilità. Nessun brano è un capolavoro, ci si divincola tra riff malvagi e affilati e un drumming semplice ma incisivo. La voce risulta rantolante ma relegata nell'ambito di uno scream che ricorda vagamente le prove date da Pest nei primi Gorgoroth. 
Sin dai titoli si capisce che l'intento della band non è apportare modernità e nemmeno probabilmente di sfornare qualcosa di storico, ma solo aggiungere linfa luciferina alla scena black metal. Canzoni come "FireStorm", "The Scythe of Death", "A Blood Moon", "Across the Sea", "Prelude to the Carnage" sapranno soddisfare coloro che, come i primi Mayhem stessi, non abbandonano il chiodo nemmeno su una spiaggia romagnola in pieno agosto. I pochissimi assoli presenti nel disco sono espressione di un approccio malevolo e deviato, e sono sparati a grande velocità e con minima melodia nelle orecchie dell'ascoltatore.

Volete magari che sottolinei un brano che eleggerei a manifesto di questo "Of Fire and Evil"? Per i miei gusti, "Alvorecer De Almas Perdidas" è una traccia di black metal "no trend-no gayness" da incorniciare, con buona pace per i moralisti, perchè con quattro accordi e una batteria devastante distrugge tutto senza nemmeno chiedervi il permesso.
Disco ordinario ma ammantato di quello spirito che molte volte fa del black metal uno dei pochi generi genuini rimasti sulla scena. Consigliato ai veri puristi, non a quelli che dieci anni fa spendevano 100 euro su ebay per Warloghe e oggi ascoltano Alcest.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 70/100

Tracklist:
1. Winds from Hell... Intro 01:20 
2. FireStorm 03:24 
3. The Scythe of Death 03:57 
4. A Blood Moon 04:28 
5. Across the Sea 05:04 
6. Prelude to the Carnage 00:56 
7. Blasphemous Carnage 04:52 
8. God Is Dead! 04:14 
9. The Skull of Akator 04:33 
10. Alvorecer De Almas Perdidas 04:38 
11. Of Fire and Evil 03:33 

DURATA TOTALE 40:59

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