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HENRY KANE "Age of the Idiot" (Recensione)


Full-length, Transcending Obscurity Records
(2020) 

Gli svedesi Henry James sono la one man band di Jonny Pettersson (Wombbath) e con The Age Of The Idiot sono alla seconda prova in studio dopo l’esordio del 2017 Den förstörda människans rike. Rispetto al primo disco questo è cantato quasi interamente in lingua inglese. L’album è formato da diciannove schegge di furioso death metal infarcito con quel suono e quelle ritmiche crust, in cui la velocità, la ferocia e la sporcizia sono alla base della ricetta sonora messa sul piatto. 

Una musica estrema, soffocante nel suo incedere furioso, in cui la voce vomita rabbia e odio, ma creando comunque linee vocali e non semplici rantoli. Il suono corposo, con basso e batteria che creano la giusta botta, sono un ottimo biglietto da visita, per una proposta violenta ma prodotta nel modo corretto, in cui un suono pesante colpisce a fondo. L’inizio affidato a “En Evig Pagan” e “Tidens Tand” è a tal proposito devastante, ma è solo l’antipasto di un massacro sonoro che non farà prigionieri lungo tutto l’album, a partire già dalle successive “Veil Of Hatred” e “Den Felande Lanken”, dalle ottime interpretazioni vocali e dai primi rallentamenti che ampliano lo spettro sonoro. Tra i brani da segnalare c’è la feroce “Disposable Humans” che in meno di due minuti esalta la capacità della band nel creare momenti estremi di spessore. Dello stesso tenore “Mitt Hjartas Morker”. I momenti più crust come “No Road To Redemption” sono dei veri muri di suono, impenetrabili, in cui il caos sonoro diventa essenza di una musica brutale. 

Di contro gli Henry Kane sanno scrivere pezzi più lunghi in cui riescono ad alternare la ferocia e la velocità a ritmiche più lente ma non per questo meno letali, costruendo strutture sonore un po' più complesse (Entrenched In Nihilism). Nell’insieme Age Of The Idiot è un album che si fa ascoltare molto bene, con molti momenti notevoli, in cui i brani, nel loro incedere, non ci danno niente di nuovo, né di particolarmente originale, ma la band riesce a scrivere pezzi che suonano convincenti, regalandoci oltre mezz’ora di olocausto sonoro, in cui è bandita la parola melodia in favore di un nichilismo sonoro, terreno fertile per gli amanti dei suoni più duri e crudi. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 70/100 

Tracklist:
1. En evig plågan 0
2. Tidens tand
3. Veil of Hatred
4. Den felande länken
5. Embraced by Nothing
6. Age of the Idiot
7. Disposable Humans
8. Entrenched in Nihilism
9. Mitt hjärtas mörker
10. My Sweet Escape
11. Keep Us from the Truth
12. No Road to Redemption
13. March of the Dumb
14. By the Virtue of Hate
15. Liar Oh Father the Liar
16. Snarans Ballad
17. Take It Back
18. Welcome to Oblivion
19. Psykopaten (Asta Kask cover)

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