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WARDAEMONIC "Acts of Repentance" (Recensione)


Full-length, Transcending Obscurity Records
(2020)


I Wardaemonic sono australiani e ci propongono una musica estrema, complessa e violenta, con canzoni medio lunghe in cui danno sfogo a tutta la loro creatività, lasciando che le più disparate influenze dell’estremo apportino elementi che vanno a formare il loro sound eterogeneo. Act of repentance è formato da cinque atti, in un percorso tematico che ha a che fare con temi religiosi. E non poteva essere diversamente visto che i nostri dichiarano di suonare black metal. Ognuno dei cinque brani ha atmosfere diverse, riconducibili a interpretazioni diverse della materia estrema. Le canzoni sono lunghe e complesse, ma riescono a tenere viva l’attenzione grazie ad una dinamicità di base alta, sia nel riffing che nell’esecuzione. 

I nostri sono piuttosto bravi e dimostrano appieno le loro qualità tecniche. L’iniziale “Act I – Introspection” ce li presenta con un brano death metal moderno che risalta tutte le qualità tecniche e compositive della band creando un brano efferato e d’impatto nonostante i suoi oltre sette minuti di durata. Un vero e proprio viaggio “introspettivo” alla ricerca dei propri demoni interiori. Con “Act II – Admission” continua il viaggio dentro l’inferno con i suoi ritmi elevati. Le chitarre impastano riff stratificati su cui una voce indemoniata interpreta nel modo migliore questa musica al limite. Qui melodie e ritmiche black metal si innestano molto bene sul tessuto death, creando delle atmosfere oscure di notevole impatto, tra voce scream e growl. 

Nonostante la notevole durata, i Wardaemonic non concedono un attimo di trema all’ascoltatore che viene assalito da continui cambi di ritmo e di atmosfere senza che ci si possa distrarre un attimo, costruendo una musica fluida e senza forzature. Bravi! “Act III – Castigation” inizia con un lungo crescendo prima che una voce growl si erge su una musica lenta, ossessiva, in un crescendo che sfocia in blast-beat. Il brano più lungo è un caleidoscopio di sensazioni estreme, nel suo percorso tra black e death metal. Ma il pezzo più sorprendente che non ti aspetteresti arriva con “Act IV – Sufferance” il brano più black metal del lotto, che nei suoi nove minuti ci fa assaporare la fiamma nera con uno stile che ricalca gli Enslaved, con l’alternanza di voci scream e cori clean di un certo effetto, con ritmiche elevate tendenti al blastato e lievi accenni folk. 

Per chi scrive il brano migliore del lotto, ma considerate che i cinque brani sono tutti di livello altissimo. “Act V – Repentance” è l’ultimo dei cinque assi calati dalla band. Altro brano black metal violento e complesso, caotico, dall’atmosfera cupa che non concede spazio ad alcuna luce. I Wardaemonic mi hanno sorpreso, proponendo una musica complessa che regala sorprese continue anche dopo numerosi ascolti, un album scritto con cognizione di causa, in cui la band si dimostra capace di maneggiare molto bene la materia estrema, risultando interessanti e mai noiosi, nonostante la lunghezza dei brani proposti. Album da avere. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 80/100 

Tracklist:
1. Act I - Introspection
2. Act II - Admission
3. Act III - Castigation
4. Act IV - Sufferance
5. Act V - Repentance 

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