Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

TRIPTYKON "Requiem (Live at Roadburn 2019)" (Recensione)


Live album, Century Media Records
(2020)

Requiem รจ a tutti gli effetti un cosiddetto unicum, in quanto evento unico e che molto probabilmente non verrร  ripetuto in futuro, di un concerto particolare, in quella cornice pazzesca rappresentata dal Roadburn festival, uno degli eventi di maggiore importanza in ambito metal sul vecchio continente. Requiem รจ un concerto che i Triptykon hanno eseguito insieme alla Metropole Orchestra. Qualcuno dirร  che prima di questo live ce ne sono stati diversi altri di questo tipo. A molti verrร  in mente ad esempio lo storico Concerto For Orchestra dei Deep Purple. Quello con l’orchestra รจ un esperimento che negli ultimi anni in molte band hanno voluto sperimentare, con risultati alterni.

Allora cosa ha di particolare questo Requiem? Al di lร  della cornice davvero bella, e dall’atmosfera magica che si respira, la musica proposta รจ l’elemento catalizzatore di quest’opera. A tal riguardo consiglio anche la visione del concerto. I brani eseguiti sono tre, di cui due sono composizioni giร  edite in studio, mentre la parte centrale (Grave Eternal), la piรน corposa, รจ inedita e rappresenta il momento piรน alto di questo concerto. Quello di cui mi preme parlare in questa sede รจ l’aspetto emozionale, tralasciando l’aspetto tecnico. Requiem รจ un lungo viaggio nei meandri dell’oscuritร . E’ un’opera che fonde perfettamente il metal con gli strumenti classici. I due mondi si compenetrano alla perfezione. L’uno non รจ, come di solito avviene, ed รจ il grande difetto di questo tipo di esperimenti, accompagnamento dell’altro. In Requiem assistiamo alla compenetrazione dei due mondi musicali. Questa compenetrazione permette di ascoltare un’opera dalla forte intensitร , in cui, nei vari momenti, e nei vari passaggi, abbiamo la potenza del metal, in altri รจ l’orchestra che prende il sopravvento. 

Quello che colpisce รจ la fusione perfetta tra gli strumenti, elettrici ed acustici. In mezzo ci sono solos, psichedelia, drone. La voce profonda di Tom Warrior e la voce angelica di Safa Heraghi sono il terminale perfetto che nei vari momenti riescono a dare qualcosa in piรน, rimarcando l’elemento metal dell’opera, con voci non operistiche che avrebbero potuto dare una direzione diversa all’insieme. Le voci cosรฌ utilizzate riescono a dare quel tocco di profonditร , rimarcando quell’animo metal importante nel definire il tipo di musica che stiamo ascoltando. Il viaggio sonoro proposto in Requiem vive di molteplici momenti e riesce a suscitare reazioni emotive profonde nell’ascoltatore. Una nota di merito va fatta alla produzione, per la pulizia cristallina, per la profonditร  dei suoni, per la compattezza, per l’equilibrio dei due mondi, davvero un ottimo lavoro. Se si considera la dimensione live del progetto, credo che il merito vada ulteriormente sottolineato. 

Infine non si puรฒ non menzionare la bellissima copertina, dal titolo “Blood Angel” dell’artista Daniele Valeriani. L’immagine impersona perfettamente la musica proposta, ne colora e ne impersona attraverso l’immagine, le sensazioni e le melodie. In un mondo musicale sempre piรน omologato, ascoltare opere di questa intensitร  รจ sempre piรน difficile e quando ciรฒ avviene รจ davvero un toccasana per l’udito, per l’animo e per la musica. 

John Preck
Voto: 85/100 

Tracklist:
Disc 1 (CD)
1. Rex Irae (Requiem, Chapter One: Overture) (Celtic Frost cover) 
2. Grave Eternal (Requiem, Chapter Two: Transition) 
3. Winter (Requiem, Chapter Three: Finale) (Celtic Frost cover) 

Disc 2 (DVD)
1. Rex Irae (Requiem, Chapter One: Overture) (Celtic Frost cover) 
2. Grave Eternal (Requiem, Chapter Two: Transition) 
3. Winter (Requiem, Chapter Three: Finale) (Celtic Frost cover)

WEBLINKS:
Facebook
Official website

Nessun commento