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SEPTICFLESH "Modern Primitive" (Recensione)


Full-length, Nuclear Blast
(2022)

I greci Septic Flesh tornano con un nuovo album in studio a cinque anni dal precedente “Codex Omega” e a due anni dal live celebrativo “Infernus Sinfonica MMXIX”. Lo stile consolidato della band trova conferma in questo nuovo lavoro e ricalca quanto già espresso nelle loro ultime produzioni. È un metal estremo elaborato, grazie ad un wall of sound di notevole impatto. L’ uso intelligente ed innovativo delle orchestrazioni, è l'elemento cardine della proposta dei nostri (“Modern Primitives”). Essa è perfettamente integrata con il tessuto metallico, enfatizzando la sensazione di profondità creata dalla musica. 

L'orchestra è utilizzata non come contorno, ma risulta essere un elemento centrale, uno strumento che ha la stessa importanza della chitarra. A volte crea un senso di straniamento con parti a tratti dissonanti (“Self-Eater”). Ma questa non è una novità per chi conosce la lunga storia della band. Passaggi orientali, voci femminili, cori epici, riff estremi che alternano momenti veloci a pesanti rallentamenti. Una musica che vive di molteplici atmosfere e rende la musica dei Septicflesh unica e riconoscibile tra le tante proposte estreme (“Hierophant”). Questo lavoro dovrebbe essere ascoltato da chi crede - a torto - che il metal estremo sia solo rumore. Qui ci sono tutti gli elementi per far ricredere l'ascoltatore occasionale. Il growl profondo di Seth Siro Anton è perfettamente integrato e recita un ruolo di primo piano, che risalta ancora di più grazie all'utilizzo di altre voci, clean ad opera di Sotiris Vayenas, e cori operistici, voci femminili, per un risultato complesso e stratificato che porta ad una musica che vive di profondità gotiche. 

Per capire le capacità della band bisogna ascoltare “Coming Storm”, tanto per fare un esempio. E’ un brano così intenso che potrebbe creare disorientamento se non accuratamente preparati a questo tipo di ascolto. E’ il miglior brano per chi scrive. Ritmi marziali, mescolati a melodie tradizionali greche, alternate a cavalcate, sono tra i cardini di questo ascolto (“Neuromancer”). È un album denso, apparentemente pieno di contrasti, fortemente compatto, variegato nel numero elevato di elementi inserito al suo interno (“The Collector”). Momenti più classici, con lontani echi dagli anni novanta si trovano in “A Desert Throne”, uno dei brani più estremi, una cavalcata verso gli abissi. E quando la chitarra prende il suo spazio fa male, come nella pesante “Psychohistory”, cavalcata in cui le velocità si alternano e la ritmica diventa centrale. Brutale. I Septicflech hanno fatto l’ennesimo centro della loro trentennale carriera, confermando il loro status di grande band.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 80/100 

Tracklist:
1. The Collector 
2. Hierophant 
3. Self-Eater 
4. Neuromancer 
5. Coming Storm 
6. A Desert Throne 
7. Modern Primitives 
8. Psychohistory 
9. A Dreadful Muse

Line-up:
Seth Siro Anton - Bass, Vocals (harsh)
Christos Antoniou - Guitars, Orchestrations
Sotiris Anunnaki V - Guitars, Vocals (clean), Lyrics
Kerim "Krimh" Lechner - Drums
Psychon - Guitars

Web:
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