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Jewish Juice "Soaring Above Death"

EP, Self-released, 2009
Genere: Black Metal

I Jewish Juice nascono ad Arezzo nel marzo del 2006 dall’incontro di Cernunnos (chitarra) e Riccardo (batteria). In seguito si unirà a loro Beaker (basso). Nel 2006 arriva il primo demo di quattro tracce intitolato "In memore". Nel 2007 esce il secondo demo "Hidden into rotten...with a black flame of light".

In questa recensione farò cenno appunto al demo appena citato ma soprattutto all’ultimo parto “Soaring Above Death”, uscito un’altra volta come autoproduzione. Il sound dei Nostri è incentrato su un riffing in bilico tra black metal e accenni thrash, condito poi da tematiche affini al cosiddetto filone NSBM. Mentre “Hidden into rotten...with a black flame of light" ha ancora una attitudine più ortodossa e maggiormente legata a un concetto di black metal grezzo (sebbene abbia già i semi per la successiva release), il seguente cd, “Soaring Above Death”, come la stessa band dichiara nelle note biografiche, è maggiormente influenzato da sonorità più cadenzate e un tocco di epicità che non guasta affatto, ma anzi rende il sound dei Nostri più maturo e personale. Qui infatti è anche presente un uso maggiore di stacchi in chitarra pulita e, in generale, il riffing deve qualcosa in più al thrash vecchio stile. Echi di Graveland e Bathory, ma anche qualcosa di Ad Hominem nella parti più “tirate” affiorano di tanto in tanto, ma in generale i Jewish Juice propongono un qualcosa di abbastanza personale non accostabile necessariamente a qualcuno.

Quello che fa piacere notare, alla fine dell’ascolto di questo “Soaring Above Death”, è la crescita rispetto al demo precedente inviatoci. Si sente che la band sta cercando una via propria e che non ha paura di osare. La violenza è rimasta (prendere ad esempio la thrashy “Human Ferocity”) ma la band si apre anche a begli arpeggi melodici, come dimostra la parte iniziale di “Acid Tears”, che si presenta come una delle composizioni migliori del lotto, col suo incedere epico e malinconico. Bella anche la chiusura, affidata alle note nostalgiche di “Green Forest”.

Tutte le tracce hanno elementi sufficienti per vivere di luce propria, quindi il mio consiglio alla band è solo quello di cercare ancora di proseguire nel perfezionare una proposta che si presenta, nonostante qualche piccola incertezza ancora, piuttosto interessante e promettente.

Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 69/100

Tracklist:
1. The Night of the Long Knives
2. Human Ferocity
3. Acid Tears
4. My Kingdom
5. Green Forest

www.myspace.com/jewishjuiceband
http://jewishjuice.cjb.net/

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