Tsorer "Return To Sodom"
Full-length, Black Hate Productions, 2010
Zero innovazione, tanta cattiveria dunque, un platter che nella sua ortodossa ed elementare composizione riesce a regalare con continuità d'intento spunti che colpiscono dritto al cuore l'amante dell'old school.
Le danze si aprono con il trio formato da "Misantrope", "Sodom" e "Again" che, nettamente innamorate delle sonorità care a Nocturno Culto e Fenriz con spruzzate di Celtc Frost, martellano sapientemente, le ritmiche si dilatano ma non allentano la presa nel binomio di brani successivo che vede "Gifts" e "Old" (quest'ultima decisamente caotica e delirante con quel piano che si presenta sbilenco ma azzeccato) assumere una posizione maggiormente minimalista senza perdere però della grinta e della malignità sino a quel momento messa in mostra. Le tonalità non si distaccano mai da quel colore nero che dal primo all'ultimo dei quaranta minuti di "Return To Sodom" viene ben impresso, argomentato, condito da sfuriate, da un incedere che talvolta diviene punkeggiante e cambi di tempo talmente "conosciuti" ma che allo stesso tempo, così adeguatamente posizionati ti fanno godere a pieno titolo di ogni singolo attimo. Il suono di una "Messiah" leggermente fuzzy, il lavoro di synth che in alcune circostanze potrebbe rimembrare i Mysticum e lo scendere ancora uno scalino nella gradazione di colore già di per se annerita nei momenti più arcigni di "Penetration Skills" ed "End" si rivelano armi ben utilizzate da una band che sa quello che vuole.
"Retun To Sodom" è un disco anni Novanta uscito con vent'anni di ritardo, un gioiellino che saprà catturarvi perché non lascia nulla al caso e non si limita a giocare le sue carte sfruttando il misero ruolo di ennesimo imitatore/pagliaccio teso a riproporre con miseri risultati gli schemi delle grandi formazioni del passato senza mettervi la propria essenza, le sfumature, sono loro che in questo preciso caso fanno la differenza, eccome se la fanno.
Se il filone "conservatore" del black metal è quello che in assoluto vi offre la possibilità di calarvi al meglio in questo mondo, acquistare gli Tsorer vorrebbe dire portarsi a casa un disco che sicuramente non rimarrà sugli scaffali a prendere polvere e al giorno d'oggi ce ne fossero di più così, promossi.
Genere: Black Metal
Che Israele non sia la culla del Black Metal credo lo si sappia, eppure quando ho ascoltato "Return To Sodom" dei Tsorer ero convinto d'avere fra le mani un album proveniente dalla scena scandinava o tedesca.
La band vede Tom Davidow, batterista dei Dagor Dagorath, e chitarrista nei Sonne Adam ricoprire il ruolo di polistrumentista accompagnato da un secondo guitar player, Avner; è quindi un duo quello che ha dato alle stampe un platter che è schifosamente fossilizzato, cristallizato negli anni che hanno costituito il nucleo primorde dell'orda Black Metal.
E' innegabile l'influenza ottantiana di act quali Bathory e Hellhammer/Celtic Frost, è evidente l'influsso di realtà come i Darkthrone e Burzum, se dovessi citarne poi una più "giovane" rispetto alle altre che si rifà al classico e che comunque rimane una spanna e più sopra agli Tsorer sicuramente i Katharsis potrebbero essere un buon punto di riferimento.
Che Israele non sia la culla del Black Metal credo lo si sappia, eppure quando ho ascoltato "Return To Sodom" dei Tsorer ero convinto d'avere fra le mani un album proveniente dalla scena scandinava o tedesca.
La band vede Tom Davidow, batterista dei Dagor Dagorath, e chitarrista nei Sonne Adam ricoprire il ruolo di polistrumentista accompagnato da un secondo guitar player, Avner; è quindi un duo quello che ha dato alle stampe un platter che è schifosamente fossilizzato, cristallizato negli anni che hanno costituito il nucleo primorde dell'orda Black Metal.
E' innegabile l'influenza ottantiana di act quali Bathory e Hellhammer/Celtic Frost, è evidente l'influsso di realtà come i Darkthrone e Burzum, se dovessi citarne poi una più "giovane" rispetto alle altre che si rifà al classico e che comunque rimane una spanna e più sopra agli Tsorer sicuramente i Katharsis potrebbero essere un buon punto di riferimento.
Zero innovazione, tanta cattiveria dunque, un platter che nella sua ortodossa ed elementare composizione riesce a regalare con continuità d'intento spunti che colpiscono dritto al cuore l'amante dell'old school.
Le danze si aprono con il trio formato da "Misantrope", "Sodom" e "Again" che, nettamente innamorate delle sonorità care a Nocturno Culto e Fenriz con spruzzate di Celtc Frost, martellano sapientemente, le ritmiche si dilatano ma non allentano la presa nel binomio di brani successivo che vede "Gifts" e "Old" (quest'ultima decisamente caotica e delirante con quel piano che si presenta sbilenco ma azzeccato) assumere una posizione maggiormente minimalista senza perdere però della grinta e della malignità sino a quel momento messa in mostra. Le tonalità non si distaccano mai da quel colore nero che dal primo all'ultimo dei quaranta minuti di "Return To Sodom" viene ben impresso, argomentato, condito da sfuriate, da un incedere che talvolta diviene punkeggiante e cambi di tempo talmente "conosciuti" ma che allo stesso tempo, così adeguatamente posizionati ti fanno godere a pieno titolo di ogni singolo attimo. Il suono di una "Messiah" leggermente fuzzy, il lavoro di synth che in alcune circostanze potrebbe rimembrare i Mysticum e lo scendere ancora uno scalino nella gradazione di colore già di per se annerita nei momenti più arcigni di "Penetration Skills" ed "End" si rivelano armi ben utilizzate da una band che sa quello che vuole.
"Retun To Sodom" è un disco anni Novanta uscito con vent'anni di ritardo, un gioiellino che saprà catturarvi perché non lascia nulla al caso e non si limita a giocare le sue carte sfruttando il misero ruolo di ennesimo imitatore/pagliaccio teso a riproporre con miseri risultati gli schemi delle grandi formazioni del passato senza mettervi la propria essenza, le sfumature, sono loro che in questo preciso caso fanno la differenza, eccome se la fanno.
Se il filone "conservatore" del black metal è quello che in assoluto vi offre la possibilità di calarvi al meglio in questo mondo, acquistare gli Tsorer vorrebbe dire portarsi a casa un disco che sicuramente non rimarrà sugli scaffali a prendere polvere e al giorno d'oggi ce ne fossero di più così, promossi.
Recensione a cura di: Tomb
Voto: 84/100
Tracklist:
1. Misantrope
2. Sodom
3. Again
4. Gifts
5. Old
6. Messiah
7. Dreamer
8. Penetration Skills
9. End
Total playing time: 39:54
www.myspace.com/thosewhowalkthepath
1. Misantrope
2. Sodom
3. Again
4. Gifts
5. Old
6. Messiah
7. Dreamer
8. Penetration Skills
9. End
Total playing time: 39:54
www.myspace.com/thosewhowalkthepath
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