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Grimwald "Über Grimlands düsteren Wäldern"

Full-length, self-released/independent,
(2012)

Sappiamo tutti che la scena torinese fa sempre parlare di sé per qualche progettino interessante ma stavolta mi è arrivata in mano una vera e propria chicca di album. Parlo di "Über Grimlands düsteren Wäldern", il primo full-length dei Grimwald, che appare subito come un riuscitissimo concept legato all’interiorità dell’uomo e alla sua venerazione per l’occulto.
La natura seducente e misteriosa, affascinante e tenebrosa, viene rappresentata, in chiave esoterica, mettendo in evidenza il rapporto uomo – natura. Rapporto che si esplicita con una forte attrazione verso tutto ciò che è misterioso, oscuro e sconosciuto.
Possiamo pensare che in questo senso Torino sia vista come “location” ideale? Forse ce lo sveleranno nell’intervista a breve.

La proposta musicale dei Grimwald è un black classico, di stampo norvegese, con influenze sempre diverse, atmosfere e sfumature ambient. Il riffing decadente è alternato ad arpeggi e melodie e, anche quando i riff diventano più diretti, non culminano mai in aggressività. L’essenza estrema del Black Metal è resa bene non tanto dal riffing ma dall’intensità dello scream, tagliente e potente.
Si inizia con un intro epica, maestosa, imponente come a voler condurre l’ascoltatore in una marcia verso l’ignoto. "Moon of Doom" , "Unsatisfaible Will" e "The Black Sun" sono brani più tipicamente riconducibili al black norvegese. Chi di voi apprezza il genere non ne rimarrà deluso.

"Across the Eerie Forests of Grimland" è black classico con l’aggiunta di effetti che rendono l’atmosfera più verso il surreale e il misterioso. "The Supreme Centre Part III – The Alchemistical Pits" è invece una sorta di intermezzo, come una lode alla natura oscura. Melodica, è davvero un capolavoro a livello emotivo. A sorpresa, si svelano qui il messaggio e la ragione d’esistere dell’album. Il livello di epicità che raggiunge è incredibile, quasi da sembrare una preghiera.
Merita di essere citata anche la conclusiva "El Bosch/The Wood": quasi una narrazione, in dialetto piemontese. Stupenda la seconda parte del brano che possiamo considerare come un outro, fortemente malinconica e introspettiva. L’album si chiude un po’ cosi, a sorpresa, lasciando una sensazione di paura/disagio interiore.

Consigliatissimo ai collezionisti della scena piemontese e italiana, ma anche a chi apprezza le sperimentazioni nel Black Metal.

Recensione di: "Erin"
Voto: 78/100

Tracklist:
1. The Supreme Centre - Intro 02:06
2. Moon of Doom 05:30
3. Unsatisfiable Will 04:29
4. The Supreme Centre Part II - Augusta Taurinorum 04:45
5. Across the Eerie Forests of Grimland 05:24
6. The Supreme Centre Part III - The Alchemistical Pits 03:54
7. The Black Sun 03:22
8. Ël Bòsch / The Wood 05:36

DURATA TOTALE: 35:06

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