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Cannibal Corpse "A Skeletal Domain"


Metal Blade Records
(2014)

I cinque cannibali di Buffalo non hanno fatto mistero di quello che sarebbe stato il leitmotiv del loro nuovo album: sonorità maggiormente oscure e funebri, ed avevano perfettamente ragione. Non che solitamente i loro dischi siano solari e gioiosi, ma già al primo ascolto appare chiaro come si siano divertiti ad inserire maggiori break atmosferici e melodie decisamente più gotiche rispetto alla norma.
Il vero manifesto di questa rinnovata tendenza è sicuramente la title-track, con un incipit a dir poco apocalittico, anche se un po' ogni brano (tra cui in particolare “Sadistic embodiment”, “Funeral cremation” e “Asphyxiate to resuscitate”) possiede un taglio più macabro ed a tratti quasi cinematografico.

In verità queste stesse caratteristiche erano proprie anche di “Gallery of suicide”, ma mentre il disco del 1996 enfatizzava il proprio lato gotico con partiture più lineari, dirette ed in senso lato melodiche, “A Skeletal domain” non abbandona ed anzi si spinge anche maggiormente verso composizioni tecnicamente complesse e strutture articolate. Ogni brano è caratterizzato da cambi di tempo, con accelerazioni, sincopi improvvise, riff quadrati e ripartenze, anche più che non in passato, ed è davvero impossibile farsi un'idea dei singoli pezzi se non ascoltandoli fino all'ultimo secondo. Si tratta di uno sforzo compositivo ancora una volta collettivo, anche se spicca – per stessa ammissione della band – l'apporto compositivo di Pat O'Brien, che ci regala delle perle di vera intricatezza chitarristica (“High velocity impact spatter”). 

Da segnalare poi quella che è, forse, la migliore produzione che i Cannibal Corpse abbiano mai avuto, grazie ad un missaggio perfetto che esalta le cinque corde del mitico e gentilissimo Alex Webster senza depotenziare minimamente la furia delle chitarre. Certo, rispetto ai loro dischi migliori rimane sempre la sensazione che in alcuni frangenti il puro istinto compositivo sia rimpiazzato dall'esperienza e dall'intelligenza strumentale; ma in verità è incredibile pensare come una band attiva da un quarto di secolo o più sia ancora capace di sfornare dischi di elevatissima fattura a ciclo continuo, senza mai aver preso alcuna pausa di riflessione. 

Recensione di: Fulvio Ermete
Voto: 78/100
 
Tracklist:
1. High Velocity Impact Spatter 04:06
2. Sadistic Embodiment 03:17
3. Kill or Become 03:50
4. A Skeletal Domain 03:38
5. Headlong into Carnage 03:01
6. The Murderer's Pact 05:05
7. Funeral Cremation 03:41
8. Icepick Lobotomy 03:16
9. Vector of Cruelty 03:25
10. Bloodstained Cement 03:41
11. Asphyxiate to Resuscitate 03:47
12. Hollowed Bodies 03:05

DURATA TOTALE: 43:52

http://www.cannibalcorpse.net/

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