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INSISION - Terminal Reckoning (Review)

Full-length, Sevared Records
(2016)

Ah la Svezia, terra che dal punto di vista metal ci ha abituato a band di grande livello…molte delle quali, però, sono troppo melodiche e troppo poco “metal”; almeno questo dice il quintetto che andrò a recensire, ovvero gli Insision. Tale gruppo sforna un album intitolato "Terminal Reckoning", per Sevared Records. Un totale di trentacinque minuti di violenza gratuita, blast beat ed ignoranza portataci dal malefico sound del Death Metal. “Among Us” è la prima traccia ed ha il bellissimo compito di farci capire chi comanda. Brano suonato con una potenza devastante, trascinato da un drumming intenso seppur semplice ed efficace e da un riffing più o meno articolato.
Quando non ci importa dell’innovazione ma della riproduzione più grezza e maledetta di un suono caotico e claustrofobico, eccoci che la successiva “Ominuous Spiral” ci spiazza con la sua cattiveria esplicita e travolgente. Anche nelle sezioni “rallentate” la band riesce a tenere un approccio molto aggressivo, e questo ai fan del death piace. Ottimo l’assolo ben incastrato con le ritmiche serrate degli altri strumenti.

“Infected” è una traccia dai connotati più tipici del Death metal violento e brutale, con riffing parecchio spedito e ritmiche taglienti come lame affilate. In questo brano gli svedesi ci mettono tutte le loro forze, per renderlo un piccolo gioiello all’interno del disco, e si sente anche attraverso vari cambi ritmici e nei riff si sente la maestria acquisita negli anni. Molto interessante la sequenza in pulito dal sapore più “doom”, che dona un po’ di epicità al tutto. In “Shapeshiting” gli svedesi preferiscono trasportarci attraverso la loro personalissima interpretazione del Death metal più marcio e cattivo. In un caos di ritmiche malefiche, in un tripudio di violenza senza fine. Bel brano nel quale si può tranquillamente alzare un pogo cosi, dal nulla. Storia diversa l’alienante “Old Ways”, brano dalle atmosfere oscure che trascinano verso un reame dove la follia regna, devastando tutto quello che c’è davanti. Delle punte melodiche si amalgamano con il riffing atroce ed incisivo, con le ritmiche che non lasciano vie di fuga (che sarebbero tra l’altro, inutili). In “Cold Air” la lezione degli Incantation ma del Death Metal più in generale è molto evidente, e si percepisce da come il gruppo suona e da come vuole farlo. Riffing aggressivo e dilaniante, ritmiche essenziali ma efficaci; tutto ciò basta a farvi impazzire in un vortice di rabbia gratuita verso il mondo, verso la vita e tante altre cose. Un vento gelido che spazzerà via ogni aspettativa negativa.

Prosegue l’aria mortifera e devastante degli svedesi nella settima e penultima traccia dal nome impronunciabile “XXV.II.MMXIV”. Brano ispirato caratterizzato da un riffing e da ritmiche realmente estreme e decisamente molto violente, arricchito da assoli più o meno melodici ma siamo sempre in un calderone oscuro e maligno dove ogni cosa è distorta e ad ogni nota tutte le nostre speranze vengono calpestate da questo sound d’impatto, come un macigno. A chiudere le danze spetta a “Resist”, dove blast-beat e ritmiche ossessive si fondono in un uragano dalla potenza devastante, tra breakdown e sezioni più spedite. L’ultima traccia vuole assicurarsi di chiudere al meglio: il riffing decisamente serrato è il punto forte di quest’ultimo brano, che ci porta alla conclusione di un viaggio all’insegna del male e della violenza. 
Band così non ce ne sono molte, vi invito a scoprire gli Insision ed a farvi una vostra personale idea. Poiché le parole non bastano. A mio avviso questa è una di quelle band che potranno essere poi rinomate in un futuro.

Recensione a cura di: Matteo "DoomMaster" Perazzoni
Voto: 78/100

Tracklist: 
1) Among Us 3:58
2) Ominous Spiral 3:22
3) Infected 4:39
4) Shapeshifting 4:38
5) Old Ways 6:29
6) Cold Air 3:55
7) XXV.II.MMXIV 4:51
8) Resist 3:53 
DURATA TOTALE: 35:45

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