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EKPYROSIS "Asphyxiating Devotion" (Recensione)

Full-length, Memento Mori
(2017)
Gli Ekpyrosis son dediti ad un death metal pesante che trae ispirazione dai capisaldi del genere, ovvero Morbid Angel, Sadistic Intent, Immolation e Demigod. I componenti della band errano nella zona della Brianza e sono: Marco Teodoro (vocals-guitar), Nicolò Brambilla (guitar-vocals), Ilaria Casiraghi (drums), Gianluca Carrara (bass-backing vocals), quest'ultimo da poco entrato per sostituire Marco Cazzaniga. Il loro debutto discografico lo si ha all'inizio di questo anno con questo esplosivo platter dal titolo "Asphyxiating devotion" pubblicato dalla Memento Mori.

In passato hanno rilasciato vari ep e si son fatti le ossa in svariati concerti in giro per l'Italia e estero. Il loro curioso nome è di origine greca, composto da due parole che indicano la nascita del fuoco. Nell'antica filosofia greca questa conflagrazione del fuoco era necessaria per il riequilibrio del cosmo e la pulizia della Terra. Il disco inizia col mistero di "Profound death" solo nell'intro perchè poi si allunga coi suoi 7 minuti e 12 secondi su impervi sentieri battuti da ombre e mostri che alimentano gli incubi di ignari ascoltatori intenti nell'assorbire l'oscuro suono del marcio e putrido fetore della decomposizione. L'assalto dei nostri si dipana con "Obsessive Christendom" che martella il cranio a più non posso coi suoi bassi sparati a manetta e la batteria che tritura le ossa. Un bombardamento a tappeto che rallenta per poco con "God Grotesque" che col suo avanzare lento e pesante è un pachiderma che sgretola le pietre ed i sassi lungo il sentiero impervio che conduce all'inferno. 

Velocità e rabbia unite creano "Immolate the denied" che seppellisce gli ultimi restanti per condurli giù nell'abisso oscuro del death metal infernale. L'entrata all'inferno del death si spalanca con "Incarnation of morbidity" che prosegue la sua avanzata portando la velocità e la tecnica verso picchi estremi di abilità ottimali. "Mortician of God" continua a colorare tutto di nero pece con macchie rosse di sangue sparse al vento. Lenta e pesante viene scandita dalle voci di Marco e Nicolò che ne enfatizzano la brutalità in modo chiaro. Mollano il freno con "Dephts of tribulation" per gestire i ritmi veloci e meno, con frustate furiose che annichiliscono i malcapitati presenti. 
Ci si avvicina al baratro finale con "Blashemous Doom" che cesella il paesaggio con ombre e presenze raccapriccianti in un bosco infestato di doom e voci immonde. Il tutto su di una tavollazza nera e agonizzante per giungere al finale con "Unearthly blindness" che scoplisce le rocce con il fuoco dannato dell'inferno. Il sentiero che si va ad aprire è lastricato di sofferenze e cupi incubi creati dall'incedere claustrofobico del martellamento dei nostri pargoli. Si conclude così il primo platter oscuro dei deathsters italiani Ekpyrosis che lascia il giusto segno nel genere e li lancia nell'olimpo delle future star del death metal internazionale.
Recensione a cura di: Giorgio Gibellini
Voto: 80/100

Tracklist:
1. Profound Death 07:12 
2. Obsessive Christendom 03:19 
3. God Grotesque 04:29 
4. Immolate the Denied 05:19 
5. Incarnation of Morbidity 04:47 
6. Morticians of God 04:49 
7. Depths of Tribulation 03:40 
8. Blasphemous Doom 03:36 
9. Unearthly Blindness 04:03 
DURATA TOTALE: 41:14 

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