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JACK BRAIN "The Seeker" (Recensione)


Full-length, Independent
(2018)

Giacomo “Jack” Casile, ecco il vero nome che si cela dietro questo progetto chiamato Jack Brain. Su queste pagine abbiamo già parlato positivamente di questo artista, evidenziando come riesca a proporre qualcosa che pesca da tutta la scena alternative di almeno due decadi fa, ma rielaborando il tutto sotto un'ottica particolare. Insomma, il grunge è l'elemento da cui questo musicista attinge maggiormente, ma nella sua musica possiamo comunque trovare un approccio che non si limita nè a copiare gli artisti più conosciuti del genere, e nemmeno la tendenza a fossilizzarsi solo su uno stile ortodosso.
Questo musicista è comunque molto attivo sulla scena, ed ha formato diverse realtà interessanti come Greetings From Terronia, Insomnia Creep, H.S. e No More Nothing. Questo accresce il suo "curriculum" perchè dimostra come il nostro non solo sia coraggioso nel portare aventi un progetto riuscito ed ambizioso come questi Jack Brain, ma dimostra anche come costui abbia una sincera fame di musica e di avere sempre qualcosa da esternare, qualcosa su cui lavorare. Insomma un ricco mondo interiore che bene viene espresso ai miei più conosciuti Jack Brain. 

In questo nuovo "The Seeker" il musicista calabrese ricalca i suoi consueti sentieri espressi in passato, in un alternative rock che io definirei "liquido e torbido", nel senso che ho trovato molte sonorità, e soprattutto l'uso di vari effetti sulle chitarre come delay, chorus, flanger, ecc, molto interessante, e che danno un tocco straniante, etereo e al tempo stesso un po' maledetto alle composizioni. Il cantato del nostro è secco, asciutto, e non si spinge quasi mai in vocalizzi urlati alla Nirvana, ma rimane compassato e quasi distaccato. Questo elemento potrebbe essere un'arma a doppio taglio per Jack Brain perchè, calcolando che già la batteria appare un po' monotematica e con pattern che tendono un po' ad assomigliarsi da un pezzo all'altro, nella voce forse qualcuno potrebbe ricercare una maggiore dinamicità e varietà. Personalmente sto dalla parte di quelli che preferiscono un approccio più personale come in questo caso, perchè di emuli di Kurt Cobain ne abbiamo avuti fin troppi, e se dobbiamo avere a che fare con degli ennesimi Puddle of Mud qualunque, allora ascolto molto più che volentieri Jack Brain...
Rispetto al precedente album, intitolato "Epic Spleen", come dicevo in apertura, non è cambiato moltissimo, ma vedo un maggiore sforzo da parte di questo ragazzo, e il suo grunge/alternative comincia ad avere caratteristiche sue proprie. Se nel disco d'esordio, in alcuni frangenti, sembrava palese che il nostro cercasse un po' di sperimentare e trovare dei suoi punti fermi, in questo nuovo lavoro il tutto sembra più amalgamato, e ciò è molto positivo.

La batteria appare campionata ma non intacca un lavoro che, proprio per avere dei tratti peculiari come questo, risulta fresco e al passo coi tempi, e dove l'ombra di band che giocano con l'elettronica come ad esempio Nine Inch Nails è palese, basti ascoltare un episodio "Dissolute Guy" per credere, oppure tutta la scena post grunge/dark di gente come Placebo. Episodio migliore del lotto secondo me? "Oroboro", che si presenta oscura e sinistra e con delle chitarre da pelle d'oca. Consiglio a questo musicista di approfondire questo discorso ancora più intimista e sperimentale!
Una ulteriore conferma ci arriva da Jack Brain, che si impone come artista fuori dagli schemi ma ben ancorato al suo concetto di "alternative", che ribadisce con un album convincente e solido.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100

Tracklist:
1.The Seeker
2.Relive
3.Roger Rabbit
4.Out Of The Box
5.Higher
6.The frame
7.Dissolute Guy
8.Zen
9.Oroboro

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