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WORLD END MAN "Use My Knife" (Recensione)


Daiki Sound 
(2018)

Una cosa è certa: i World End Man sanno cosa vogliono suonare e lo azzeccano perfettamente. Non hanno alcuna intenzione di sperimentare, allargare gli orizzonti, provare cose nuove: a loro piace il death metal, vogliono suonare death metal, vogliono essere etichettati come death metal (sottogenere brutal/slam, per intenderci) e ci riescono davvero. Di dischi degeneri del genere ne abbiamo ascoltati diversi nel corso del 2018, e sicuramente sono indice del buonissimo stato di salute...del genere. Un'altra cosa che mi colpisce molto di questo gen...di questo stile musicale, è la sua amplia diffusione geografica, specialmente in paesi lontani dell'est asiatico. Si dice che sia l'amore la lingua universale che unisce i popoli, ma a quanto pare nemmeno il sadismo scherza, a considerare l'elevato numero di bands che ornano di cadaveri più o ancora più mutilati la copertina del proprio disco ai quattro angoli del globo. 

Ed allora, com'è questo “World end man”, full-length di debutto del quintetto di Osaka? Davvero non male. I loro ep precedenti, oltre ad avere delle copertine meno banalmente sanguinose ma ben più disturbanti, erano un po' più focalizzati sul lato grind del genere (leggasi blast beat a profusione), mentre questo album sembra avere incorporato qualcosina in più del groove e della gestione ritmica del deathcore. Si tratta comunque sempre di sfumature, perché il pieno di frattaglie sonore è comunque non compromissorio ed assicurato. Quindi distorsioni ipercompresse, parti vocali alla lavandino otturato, rallentamenti spezzacollo e frenetiche accelerazioni. L'uso della tecnica nella gestione dei pezzi è perfetto: non si tratta di brani “attacca la spina e suona”, ma comunque la band giapponese rimane sui binari di un death molto diretto ed in your face, senza eccessivi fronzoli, con in più di un'occasione quell'approccio punk che non guasta mai. Compositivamente, si alternano brani molto buoni ad altri un po' più di maniera, ma il risultato finale è sempre molto godibile e comunque superiore alla media, pur non potendo ambire al rango di assoluto must (se non per i drogati del genere). 

In cosa eccellono? Sicuramente nella produzione, perché dal punto di vista sonoro “Use my knife” è uno degli album col suono migliore che abbia sentito di recente. Mio fratello mi diceva sempre che di produzione non ne capisco una mazza, e magari sarà pure vero, ma per me si tratta di un disco dai suoni perfetti: abrasivi e potentissimi come la grattugia di Mazinga Z, perfettamente intelligibili ma non fastidiosamente plastificati, sicuramente danno quella spinta in più che non guasta mai. 
Certo, le mamme di oggi si scandalizzano molto più per Sfera Ebbasta che non per queste collezioni di efferatezze, ma purtroppo è il nuovo che avanza e ci dobbiamo rassegnare.

Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 73/100

Tracklist:
1. Use My Knife 02:39
2. Silence the Neighbor 03:14
3. Orifice Defilement 02:36
4. Colombian Necktie 03:28
5. Cold Injection 03:30
6. Feed the Negative 02:44
7. Blackest End 02:54
8. King Dissection 03:12

DURATA TOTALE: 24:17

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