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BLACK FLAME "Necrogenesis: Chants from the Grave" (Recensione)


Full-length, Dusktone
(2019)

Dalla fredda e misteriosa Torino, arriva l'ultima proposta dei torinesi Black Flame. Ormai giunti al loro settimo full-length in studio, pensano bene di continuare a torturarci con i loro laceranti colpi a base di Black/Death Metal. 

La prima traccia "Necrogenesis" ci prepara al martirio, in un'atmosfera da rito propiziatorio. Si odono chitarre tremolanti, seguite da cori monastici. In sottofondo risuonano le campane, si intuisce che sta per sopraggiungere qualcosa di sinistro. Inesorabilmente arriva spietata "Atra Mors", furente e dissacratoria ci assale con affondi dilanianti. Il cantato in growl spalanca una voragine di malvagità, dentro la quale veniamo scaraventati con immane violenza. Mi piace la ruvidita' della voce, sa essere cruda e al contempo profonda nelle sue malefiche estensioni. L'insieme strumentale suona pastoso e virulento. Il pathos abbonda, ne viene fuori una cappa opprimente che ci sovrasta terribilmente. "Morbid Workship" mostra una voce in duplice veste scream/growl che funziona a meraviglia. Il sound è interessante, c'è tensione emotiva che ci consente di entrare nel mood della traccia. La batteria qui si distingue maggiormente, i tempi sono più vari e la melodia emerge dal sottobosco. Si produce un clima musicale in crescendo, il finale gioca un ruolo fondamentale in tal senso. Il quarto brano "Reverse Chants And Rusty Nails" prosegue su una linea simile, assistiamo ad una scarica di watts incontrollata. La ritmica martella efficacemente sull'esteso tappeto chitarristico. 

Parte la seconda metà del disco con "The Breath Of The Mud"; il tono è inizialmente riflessivo, non scorgo subito sconquassi per il mio udito. La prosecuzione è gradualmente sussultoria, non ci sono però traumi da violente bordate musicali. Il quinto brano "From The Paths" esordisce in maniera massiccia, sfoderando riff assassini. Quindi c'è un break di rallentamento che diluisce gli effetti pericolosi delle sonorità. Dopodiché i nostri ripartono con un impeto infernale, dalle forme tipicamente Death Metal. "Mater Larvarum" è il penultimo estratto; non si può dire che soffra di ripetitività. In effetti è uno dei brani più vari, potendo offrire un alternarsi di atmosfere che va a merito dei musicisti. 

I Black Flame ci salutano con "A Grave Full Of Serpents": qui torniamo alle radici Grindcore del Death. Il pezzo avanza selvaggio, incurante dell'eleganza nello stile. Il growl forma un corpo unico con il marasma strumentale; si sente un forte odore dei tardi anni Ottanta. Ottimo finale per un album incisivo che mi ha lasciato una buona impressione. "Necrogenesis: Chants From The Grave" vi darà una bella svegliata; a quel punto non penserete più che solo all'estero esistono ancora belle realtà nel campo del Metal estremo. 

Recensione a cura di Andrea Bottoni
Voto 75/100

Tracklist:
1. Necrogenesis 04:40
2. Atra Mors 04:53
3. Morbid Worship 06:50
4. Reverse Chants and Rusty Nails 04:15
5. The Breath of the Mud 05:31
6. From My Depths 04:49
7. Mater Larvarum 05:38
8. A Grave Full of Serpents 06:13

DURATA TOTALE: 42:49

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