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CATHEDRAL "The Carnival Bizarre" (Recensione)


Full-length, Earache Records
(1995)

Sono veramente rare le bands come i Cathedral, capaci cioè di prendere il meglio del passato e sublimarlo perfettamente nel presente, senza snaturarlo ma senza nemmeno limitarsi a plagiarlo in maniera pedissequa. Quello di Lee Dorrian e soci è sempre stato un atto di amore nei confronti dell'heavy/doom, Black Sabbath in primis ma anche i loro epigoni Saint Vitus, Candlemass, Witchfinder General in particolare: ma a differenza di tanti scolaretti, capaci solo di ricalcare senza niente aggiungere, i Cathedral furono capaci di fare proprie quelle intuizioni, rielaborandole attraverso una forte sensibilità personale e, specialmente, estremizzando ancor di più la lezione dei maestri. I Black Sabbath erano lenti? Ed allora i Cathedral decisero di essere lentissimi. I Black Sabbath avevano riff duri e ribassati? Ed allora i Cathedral decisero di avere ruff durissimi e sepolcrali. Altra cosa rarissima – i Cathedral hanno sperimentato davvero tantissimo, nel corso della loro ultraventennale carriera, godendo di quella stessa libertà espressiva che fu tipica dell'hard/heavy settantiano, ma sempre senza perdere un'oncia della loro riconoscibilità.
Per tanti anni ho ritenuto che il loro disco simbolo fosse “The Ethereal Mirror”, complice forse quell'accenno trovato in uno degli almanacchi dell'orrore di Dylan Dog (sì, l'ho passata pure io quella fase!), ed anche perché ci sono dei pezzi che davvero fanno tremare le ginocchia. Oggi, però, mi sento di dire che se dovessi scegliere il loro disco manifesto, non potrei fare altro che rispolverare il grandioso “The Carnival Bizarre”.

Già con “The Ethereal Mirror”, il gruppo inglese aveva abbandonato gli inizi sulfurei ed ipermonolitici, ma non del tutto; con questo terzo album, appena usciti da una rivoluzione nella formazione (che sfortunatamente li vedrà penalizzati al drumkit), e dopo l'energetica esperienza di una tournee di supporto ai Black Sabbath, i Cathedral decidono di puntare sull'impatto, sulla durezza, ed i riff di Jennings suonano davvero come altrettanti pugni in faccia.
La suadente up-tempo “Vampire sun” ci introduce da subito al perfetto stato di grazia della band, seguita a ruota dall'immediata presa di “Hopkins (The Witchfinder General)”che si presenta sin da subito come uno dei pezzi di più facile presa della loro storia (non a caso scelta per la pubblicazione di un ep). Ma la vera regina della festa, il pezzo simbolo non solo del disco ma direi della loro intera discografia, impreziosito da un assolo da parte di nientepòpòdimeno che sua maestà Tony Iommi, è la titanica “Utopian Blaster”, la canzone con il riff davvero più duro, quadrato e granitico che sia mai esistita: quando penso ai Cathedral, anzi no che dico, ma al METAL, questo riff è davvero una delle prime cose che mi vengono in mente.

Non mancano poi momenti in cui ripescano il loro lato più lugubre, come “Night of the seagulls” o “Palace of fallen majesty”, ma non temono nemmeno di esplorare il loro lato più lirico (la seconda parte della title-track, introdotta da un'altra serie di riff da antologia) o più esotico (“Blue light”...ma davvero, questo è un album in cui davvero non mancano mai il bersaglio. Sia esso il riff ipnotico che si annoda come un serpente di “Inertias cave”, oppure l'incessante martellare di “Fangalactic supergoria” (cazzo, che titoli da fumati!), oppure ancora le atmosfere nuovamente ariose della conclusiva “Electric grave”, questo disco è davvero un viaggio da sogno.
Dopodiché, il quartetto inglese cominciò ad attraversare una fase di alti e bassi, ma sempre mantenendo una grande intensità artistica e comunque senza mai perdere la capacità di scrivere piccoli capolavori, anche nei loro album meno riusciti. Ma con “The Carnival Bizarre” li troviamo davvero al massimo della loro forma, quasi indistruttibili: e così amiamo ricordarceli.

Recensione a cura di Fulvio Ermete
Voto: 86/100

Tracklist:
1. Vampire Sun 04:06
2. Hopkins (The Witchfinder General) 05:18
3. Utopian Blaster 05:41
4. Night of the Seagulls 07:00
5. Carnival Bizarre 08:35
6. Inertia's Cave 06:39
7. Fangalactic Supergoria 05:54
8. Blue Light 03:27
9. Palace of Fallen Majesty 07:43
10. Electric Grave 08:25

DURATA TOTALE: 01:02:48

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