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CIRITH UNGOL "One Foot In Hell" (Recensione)


Full-length, Restless Records
{1986} 

Lettori e lettrici, bentornati. Oggi indosso nuovamente le vesti di archeologo e protettore della Tradizione, portandovi indietro ad un altro capolavoro della scena Heavy Metal, criminalmente dimenticato. Fra sangue e acciaio, sono qui a parlarvi di "One Foot in Hell" dei Cirith Ungol, rilasciato 35 anni fa su Metal Blade Records. Mentre negli "states" della metà degli anni 80 spopolavano orde di idioti con capelli cotonati e spandex, un manipolo di guerrieri - guidati dal marchio ferreo dei Manowar e dalla riscoperta dei classici della NWOBHM - muoveva i suoi passi al confine tra underground e mainstream, facendosi araldo di un Heavy Metal barbaro e senza fronzoli. 

Fra questi appunto i Cirith Ungol, che forti di un debutto solido {per quanto ancorato al rock classico} come "Frost and Fire" e di un seguito ancor più ispirato come "King of the Dead", approdano al loro terzo disco siglando un capolavoro che rimane tale anche a quasi 40 primavere di distanza. Il sound di questo disco è quello dei primi due, ma sotto steroidi: la voce rapace di Tim Baker torreggia e si impone sopra il comparto musicale, compatto e serrato. Non c'è spazio per arabeschi futili, "One Foot in Hell" picchia e tiene sull'attenti, non cedendo un centimetro al metal modaiolo del periodo. "Blood & Iron" in apertura è un diretto in pieno volto, seguita dalla sacrosanta "Chaos Descends" e più in là dalla casinista "War Eternal", dimostrazione lampante di chi sa scrivere un ritornello da stadio senza eccesso di melassa e altre aberrazioni. Sezione ritmica ad oc, batteria e basso viaggiano su linee molto essenziali, ma che in questo caso contribuiscono ad aumentare la primordiale aggressione di questo opus. La titletrack a fondo disco sfodera un riff che imita con gusto una qualsiasi composizione dei Mercyful Fate (Amen!) per poi schiantarsi contro una serie di assoli che definire da brividi è poco. 

Disco asciutto ed affilato, nemmeno 40 minuti, ma che non ha bisogno di dilungarsi per esprimere al massimo il suo spropositato potenziale: un ultimo ruggito in chiusura di una trilogia di debutto invidiabile e raramente superata da poche altre band del genere. La somma finale di "One Foot..." è questa appunto: niente perdite di tempo, dritti al punto con una carica folle e senza tiro iniziativa - citazione che capiranno in tre n.d.r. - sintomo di un Heavy Metal fatto di azione pura e 0 discorsi a vanvera. Raro e vetusto, duro come l'acciaio, eccellente in ogni sua affilata sfaccettatura. "As Chaos Descends... False Metal will Fall!" 

Hellbanno (L.B.)
Voto: 100/100 

Tracklist:
1. Blood & Iron 
2. Chaos Descends 
3. The Fire
4. Nadsokor 
5. 100 MPH 
6. War Eternal 
7. Doomed Planet 
8. One Foot in Hell

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