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Autentico death metal italiano: ERESIA (Intervista)


Il nostro John Preck ha registrato il loro ultimo album "Neocosmo" in maniera positiva (RECENSIONE QUI),  e lui stesso ha indagato un po' su questa validissima realtà tutta italiana che esiste da più di venicinque anni ed ha ancora molto da dire. A voi il resoconto di questa chiacchierata. Buona lettura!

01 – Dopo tanti anni di militanza metallica, dove trovate tutta questa rabbia che riversate in modo così convincente e genuino dentro la vostra musica?
Bonfy: La definirei più passione per questo tipo di musica, ed oggi come allora è sempre viva dentro noi.
Max: Concordo col Bonfy! Aggiungo anche un’attitudine, di rifiuto e ripudio verso il prodotto studiato e confezionato ad hoc, verso il pensiero dominante spesso passivamente accettato, attitudine che fin da ragazzini abbiamo fatto nostra e tuttora abbracciamo e che spiega anche l’origine del nostro nome.

02 – Per chi non vi conosce, presentate gli Eresia ai nostri lettori?
Max: Eresia anticamente, prima che venisse inflazionato e fatto proprio dalla chiesa, significava “scelta indipendente, pensiero libero”, e questo siamo noi, da sempre e per sempre. Lo eravamo nel 1995 quando abbiamo deciso di cantare in italiano, in un genere in cui appunto era un’Eresia farlo, (e poche erano le band a farlo, cito Distruzione, In.Si.Dia, Hira, Tossic...), e lo siamo oggi, 26 anni dopo, che continuiamo, fra mille difficoltà, personali e di formazione, a macinare km per prove, registrazioni, dare senso alla nostra passione seguendo un sacco di concerti… Gli Eresia oggi siamo io ed il Bonfy (infatti siamo nuovamente rimasti senza chitarrista), e siamo si i 4 dischi registrati (Parole al buio, 1999, rimasto inedito – Moto imperpetuo del 2001 – Aìresis del 2019 – Neocosmo del 2020) oltre al demo del 1998, ma siamo anche due persone profondamente appassionate dal metal estremo, per il quale abbiamo organizzato un sacco di concerti, girato Italia ed Europa per seguire concerti e festival, comprato un sacco di dischi. Praticamente abbiamo dedicato la nostra vita per questa causa.

03 – Qual è la ragione che vi ha spinto a proporre testi in italiano, piuttosto che nel classico inglese? Quali sono le maggiori differenze nel cantare nelle due lingue e nello scrivere i testi?
Bonfy: Cantare in italiano per noi è qualcosa di assolutamente naturale e spontaneo. Secondo noi ci esprimiamo bene con la lingua di Dante; con questa nostra lingua riusciamo ad esprimere al meglio le nostre emozioni, le nostre sensazioni e poi riusciamo ad interpretarle meglio, su disco e dal vivo.

04 – Ho trovato i titoli dei vostri brani davvero molto belli. Quali sono le fonti di ispirazione delle vostre liriche?
Max: Grazie per il complimento!!! Per me è un momento cruciale, quello della scelta del titolo! Posso già avere in mente la tematica che tratterò, ma il titolo poi mi da la direzione verso la quale andrà il testo. Le fonti delle nostre liriche sono spesso la condizione umana, le sue articolate evoluzioni mentali, psichiche e le derivazioni fisiche, morali, sentimentali. Spesso ci aiutiamo con citazioni “rubate” alla letteratura, per dare un certo credito ai concetti espressi nel testo. Ma altre fonti sono una fantasia condizionata da film horror, vita vissuta o fatti storici.


05 – Passando all’aspetto strumentale, quali sono le caratteristiche della vostra musica e quali sono le maggiori influenze, quali band vi hanno ispirato?
Bonfy: Ognuno di noi ha le proprie influenze musicali, che spaziano dal prog rock/pop degli anni 60/70 al grind, dal blues al black metal, dalla classica al brutal death e tutto quanto è rock e metal! Poi tra di noi ognuno porta le proprie idee senza pensare ad una influenza precisa; in più le canzoni non sono mai di un componente solo, sono sempre tutte scritte assieme e quasi sempre in sala prove, quindi se influenza c’è non è mai unica. Le band che ci hanno ispirato sono tantissime, italiane e straniere...difficile qui fare un elenco.

06 – Oggi come possiamo considerare la scena metallica italiana? Esiste una scena estrema?
Max: La scena metallica italiana è ricca di band e di uscite, come in tutto il mondo, e ovviamente esiste anche una scena estrema. Purtroppo però non credo sia una scena in piena salute...risente dei social, risente di una mancanza di fame, dovuta al “troppo” che con una connessione internet possiamo avere in tempo zero! Risente di una mancanza di voglia. Troppi sono chiusi in casa a filmarsi mentre suonano, tutti sempre connessi a seguire dirette facebook e canali youtube. Raramente nascono come una volta nuove amicizie sotto un palco, non esiste più una rete di contatti per scambio di date o demo! Noi abbiamo provato a scambiare i nostri album con altre band, ma sembra veramente una pratica arcaica e oramai sconosciuta.

07 – Quanto vi manca l’aspetto live, legato al contatto con il pubblico, all’energia che si sprigiona attraverso i propri strumenti, all’adrenalina che una musica come la vostra produce in chi suona e in chi ascolta?
Bonfy: Gli Eresia sono una band che durante i concerti sprigiona molta energia. Hai detto bene, parlando di contatto col pubblico, di energia e adrenalina che si sprigionano in noi e nel pubblico attraverso i nostri strumenti e la nostra musica...tutto questo ci manca tantissimo, ci manca il suonare su un palco, ma presto torneremo.

08 – Come è cambiata la scena musicale dai vostri esordi ad oggi? Cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato?
Max: Come ti ho accennato prima, direi che la rivoluzione social ha rovinato tutto. Di per se i social sono una figata, ma non siamo in grado di usarli solo per quello che servono, di gestirne l’uso con moderazione; anzi, siamo noi, oramai, usati dai social. Siamo tutti li dentro, ma non ci frequentiamo, non ci conosciamo veramente, non si beve birra assieme ascoltando l’ultimo disco acquistato al negozio di fiducia. Non commentiamo assieme gli articoli della tale fanzine o del magazine. Una volta le band si frequentavano, nella sala prove, nei negozi di dischi, nei luoghi di ritrovo cittadini e ai concerti. Ci si scambiava demo e album, numeri di telefono di locali in cui suonare e ci si supportava veramente, attivamente. Oggi, purtroppo, tutto questo è quasi del tutto sparito.

09 – Quali sono i vostri progetti futuri? In cantiere c’è già della nuova musica?
Bonfy: Stiamo lavorando a della nuova musica, ma ora è presto per parlarne. Vi teniamo sulle spine per un po', ma appena possibile vi sveleremo qualcosa.

10 – Lascio a voi l’ultima parola….
Bonfy / Max: Grazie mille per lo spazio ed il tempo che ci avete concesso! E grazie mille anche ai vostri lettori che avranno deciso di leggere questa nostra intervista! Un saluto a tutti voi, con la speranza di vedersi in giro a concerti, con una birra in mano.


Intervista a cura di John Preck

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