Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

ARGESH "Excommunica" (Recensione)


Full-length, Nero Corvino 
(2021) 

A undici anni di distanza dalla loro fondazione i blackster varesini Argesh sono piombati sulla scena estrema italiana con il primo album in studio dal titolo "Excommunica", un inno al black metal più violento e serrato di chiara ispirazione scandinava, arricchito da un riffing serrato e deciso e da una carica di epicità travolgente, che vomita sull'ascoltatore tutto il suo rifiuto della morale cristiana, presa letteralmente d'assalto nei trenta minuti di durata della release. Il trio formato nel 2010 dal batterista HHG (già membro degli storici Adversam) e dal chitarrusta Rakshasa si è completato con l'arrivo del polistrumentista Azghal dei Locus Animae e di Agoraphobia, a completare una formazione che definisce il proprio stile musicale "Apostate Black Metal", facendosi ambasciatrice di una ferma denuncia contro l'ipocrisia cattolica e la morale cristiana, interpretate dai tre come ostacoli al progresso ed alla conoscenza.

"Excommunica", appena rilasciato per l'etichetta nostrana Nero Corvino, vede la luce dopo cinque lunghi anni di gestazione e si compone di sei tracce comprensive di intro, che sprigionano violenza e blasfemia grazie ad un massiccio wall of sound, reso tale dalle chitarre di HHG e di Rakshasa, a cui si aggiungono quelle "ospiti" di Matteo Gresele nel brano "Source of Miracles" e di Chainerdog in "The Elohim's Mark"; tra le guest dell'album troviamo inoltre le voci di Michele Spallieri, di Lucifero Fieri e di Vama Marga, che si alternano a creare sublimi strutture corali e una varietà canora che ben si lega con i cambi di tempo della release, spaziando repentinamente tra scream, growl, clean e un solenne recitato dai forti richiami occulti. La folta compagine di attori descritta ha avuto il pregio di creare un'opera nera musicalmente molto varia, che unisce la ferocia di un sound spesso guidato verso ritmi forsenati ad un'aura maestosa ed epica che le tastiere di Azghal rendono a tratti esasperante, ricordando a tratti i Behemoth e i Dimmu Borgir, seminando terrore e anticristiana furia un pezzo dopo l'altro.

Il lavoro si apre con il crescendo solenne di "Abiura", breve introduzione caratterizzata da un recitato sinistro che anticipa le tematiche dall'album, avverse all'immagine di Dio e delle sue menzogne; esplode poi la violenza ricca di epicità di "Suffocate in Oxygen", scandita dal blast beat di HHG e da un riffing serrato su cui si fondono lo scream aggressivo di Spallieri e growl infernale, prima di un maestoso refrain in clean vocals di Lucifero Fieri e del brillante assolo melodico conclusivo. A seguire troviamo la coraggiosa "Source of Miracles", brano dai forti richiami death con un riffing lento e disturbante, caratterizzato da repentini cambi di tempo e da un intermezzo doom sinistro e opprimente, con un assolo tecnico centrale ed un finale quasi industrial; il successivo brano di denuncia "Praelatorum Pedophilia", dedicato alle innocenti vittime delle perversioni di certi mostri in abito talare, si fa notare per un riffing incalzante e ben riuscito, che serpeggia tra variazioni di tempo e sfuriate di batteria, facendosi a tratti cupo e in altri frangenti melodico, mai eccessivamente virtuoso.

In conclusione troviamo due brani biblici di spessore, il primo dei quali, "Apocalypse 20.7-8-9", narra del risveglio di Satana e della sua vendetta, auspicandone la risalita dal regno degli Inferi per muovere guerra al mondo; il brano si apre con le sinfonie delle tastiere di Azghal e con un mid-tempo caratterizzato da chitarre sinistre e da cori infernali, prima dell'accelerazione in blast-beat e del catacombale black/doom che anticipa la ripresa finale. I sette minuti pregni di epicità di "The Elohim's Mark" chiudono l'album, di cui indubbiamente rappresentano l'apice, evolvendosi dal preludio corale in un crescendo fino al maestoso blast-beat di HHG; un riff cupo e lento anticipa la solennità della seconda parte del brano, prodotta da cori trionfali e da chitarre armoniche, fino al lungo assolo melodico di Chainerdog che accompagna il lavoro alla sua conclusione.

In questo pregevole debutto gli Argesh non sembrano proporre nulla di particolarmente ricercato nè di esaltante, pur essendo riusciti a costruire un'opera estrema di alto livello, ben prodotta ed efficaciemente realizzata; le numerose chitarre ben si fondono l'una con l'altra, a comporre delle linee musicali incalzanti e variegate, e quel tocco di epicità rende ogni singolo brano piacevole all'ascolto. La presenza di influenze death metal e di cambi di tempo rende forse un po' troppo frammentata la struttura dell'album, spesso in contrasto con l'aggressività di un solenne black di matrice scandinava, ma i presupposti per veder fiorire una band di livello del panorama nostrano ci sono tutti. Buona fortuna agli Argesh allora!

Alessandro Pineschi
Voto: 75/100

Tracklist:

1. Abiura 
2. Suffocate in Oxygen
3. Source of Miracles 
4. Praelatorum Pedophilia 
5. Apocalypse 20.7-8-9
6. The Elohim's Mark 

DURATA TOTALE: 30:54

Line-up:
Azghal: Bass, Keyboards, Orchestrations
Nezer: Guitars (lead)
Rakshasa: Guitars (rhythm)
HHG: Drums, Guitars, Vocals (backing)

Weblinks:
Bandcamp
Facebook

Nessun commento