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HALF LIFE "Like a Jungle" (Recensione)


Full-length, Club Inferno Ent.
(2023)

Gli Half Life sono una delle tante band provenienti da Roma che negli ultimi tempi stanno dando davvero nuova linfa al settore hard rock ed heavy metal. Basti pensare agli splendidi album che hanno realizzato altre formazioni come Bangout e The Great Divide, che abbiamo recensito anche su queste pagine. Ma prima di esaminare questo loro album d'esordio, partiamo un po' da qualche nota biografica, in modo da addentrarci nel loro mondo nel migliore dei modi:

"La band si è formata alla fine dell'estate 2015. Da subito la band ha iniziato un'intensa attività live in vari locali italiani, suonando cover di band Hard Rock e Heavy Metal come Iron Maiden, Judas Priest, Helloween, Saxon e altri, e allo stesso tempo tempo hanno lavorato su nuove canzoni inedite. Il risultato di questo duro lavoro sono state le registrazioni dell'EP autoprodotto "I've Got To Survive" che ha visto la luce nel maggio 2019 tramite Club Inferno Ent., "succursale" della My Kingdom Music, con la quale la band ha firmato un contratto. L'EP è stato ben accolto e ha permesso alla band di suonare un po' dal vivo. A settembre 2020 Alessandro Minervini è entrato a far parte del band come cantante. Con il suo contributo la band registra un nuovo album intitolato "Like A Jungle" contenente 8 tracce ed in uscita per Club Inferno Ent.".

Ok, ora parliamo più nello specifico di questo "Like A Jungle". L'album si apre a tutta forza con la title track. Riff di chitarra ficcante e ritmi incalzanti fanno di questo brano un manifesto di classico heavy metal. La voce di Alessandro Minervini mi ha ricordato qualcosa di Tornillo degli Accept, e anche la musica non è troppo distante da quella dei tedeschi, come anche si sente il retaggio dei Saxon, probabilmente dettato anche dal fatto che la band ha eseguito cover di questa leggendaria formazione inglese. Ottima la produzione, che appare potente ma molto calda e si sente il lavoro di tutti, compreso il basso pulsante di Gianluca Olraitz Jack. Sempre heavy metal scoppiettante con la successiva "Dance of Madness", ma in questo caso abbiamo un approccio leggermente più pesante a scapito della velocità. 

Si prosegue con la terremotante "Virus", che poi lascia spazio ad un pezzo decisamente più riflessivo, ovvero "The Last Time". Stiamo parlando di una vera e propria ballad che colpisce per il bellissimo suono delle chitarre acustiche e una interpretazione sentita del cantante. Verso il finale abbiamo una finestra elettrica che squarcia un po' la quiete e un bell'assolo di chitarra a suggellare il tutto. Un buon brano, ma non vedevo l'ora di tornare a quello che gli Half Life sanno fare meglio. Ed eccomi accontentato con "The Enemy Inside", brano contraddistinto anche da tempi di doppia cassa e da un riffing tagliente. In verità questa traccia non è tra le migliori del lotto, forse paga leggermente una vena compositiva che inizia a ripetersi, ma l'impatto è assicurato. Questa è la classica live-song, che dal vivo farà la sua porca figura, ma spesso tracce come queste su disco sono piacevoli ma niente di più.

L'album si rialza decisamente con le tre tracce conclusive: "I Am God", "Rearrange" e "We’ll Walk in Silence" sono canzoni che ritrovano una verve degna di nota e nuovamente le chitarre tornano ispirate. Si capisce che la band ha forse messo in chiusura e in apertura le tracce migliori, o comunque quelle più rappresentative di un album che a mio avviso è davvero ben fatto, ben suonato e prodotto. Un fulgido esempio di come l'hard 'n' heavy sia ancora vivo e vegeto e l'Italia vuole giocare da protagonista in questo senso. Buonissimo esordio in generale, con un paio di filler forse, ma complessivamente riuscito e molto godibile.

Recensione a cura di "Interceptor" 
Voto: 70/100

Tracklist:
1. Like a Jungle
2. Dance of Madness
3. Virus
4. The Last Time
5. The Enemy Inside
6. I Am God
7. Rearrange
8. We’ll Walk in Silence

Line-up:
Manolo Cogoni - Drums
Guerrino Mattioni - Guitars
Alessandro Minervini - Vocals
Gianluca Olraitz Jack - Bass

Web:
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