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SILENZIO PROFONDO "Terra Madre" (Recensione)


Full-length, Andromeda Relix
(2024)

Se decidi di suonare pesante e di proporre testi in italiano sei consapevole che farai almeno il doppio della fatica rispetto a una proposta con il più canonico inglese. Se scrivi i testi in italiano sai che le parole sono importanti e non possono essere buttate lì a caso, ma devono suonare bene ed essere metricamente utili ad incastrarsi con linee vocali e con la parte strumentale. I Silenzio Profondo partono subito con il piede giusto intitolando l’album “Terra Madre”, due parole profonde che accostate possono generare una reazione dinamitarda, soprattutto di questi tempi in cui Madre Terra sta dando segni di insofferenza verso l’uomo. 

I Silenzio Profondo hanno quasi vent’anni di vita sulle spalle, un tempo importante in cui la band ha creato il suo suono, il suo stile per arrivare al vero esordio solo nel 2017. Ed oggi siamo qui a parlare del loro terzo album, uscito a quattro anni dal precedente “Ritornato Dall’Incubo (2020). Quello proposto è un hard rock dinamico che sfocia spesso su ritmiche al limite del metal da un lato e dall’altra porge il fianco ad un rock maturo, fondendo spesso le diverse anime per arrivare a brani multicolori (“Il Demone”). La sensazione percepita è quella di una band solida, quadrata, in cui l’anima metal si fonde con sonorità più tranquille, creando una musica potente ma dalle molteplici sfumature. Basta ascoltare la lunga “Quarantena” per entrare nella poetica della band, un brano complesso in cui si respirano anime diverse perfettamente fuse, in cui i residui di un’esperienza drammatica che tutti abbiamo vissuto prende di nuovo vita. 

L’approccio al cantato è rock e rimanda ad uno stile consolidato che ha fatto strada e scuola nella lunga tradizione italica, in un crescendo di atmosfere ed emozioni (“Eroe Del Tempo”). Non secondarie risultano le qualità tecniche che emergono nella capacità di adattare gli strumenti ai saliscendi, con una batteria che nelle accelerazioni metal spinge in modo forsennato accompagnato da una chitarra possente. Ci troviamo di fronte ad una musica dinamica, con la band capace di passare in modo naturale da momenti pesanti ad altri più delicati senza mai forzare: sicuramente questo è un punto di forza. Da segnalare c’è “Tempesta Di Meteoriti”, un hard rock con accenni thrash metal in cui la band esprime il suo massimo potenziale con un testo che colpisce e si incastra perfettamente alla musica, un brano che in un mondo perfetto potrebbe essere una potenziale hit. Non da meno è la veloce e melodica “Scilla E Cariddi”, con un ottimo assolo dai toni neoclassici.

All’inizio di questa recensione ho parlato di testi in italiano. Su “Terra Madre” le parole sono ricamate su misura sulla musica, scritti e declamati con forza, interpretati con grinta e passione. I Silenzio Profondo hanno superato ampiamente l’esame del terzo album, con un lavoro maturo ed ispirato, una band da scoprire ed ascoltare a tutto volume.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 77/100 

Tracklist:

1. Nel fuoco 
2. Tempesta di meteoriti
3. Scilla e Cariddi 
4. Terra 51
5. Uomo sospeso 
6. Il demone
7. Schiavo della mente
8. Quarantena
9. Eroe del tempo

Line-up:
Tommaso Bianconi - Bass
Alessandro "Alex" D'avolio - Drums
Gianluca "Moly" Molinari - Guitars
Maurizio Serafini - Vocals
Manuel Rizzolo - Guitars

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1 commento:

  1. Completamente d'accordo, anzi il voto da parte mia sarebbe stato superiore almeno 90!!! Comunque voglio segnalare che il nome del batterista è Alessandro (Alex) Davolio, senza apostrofo.

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