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DALKHU - Descend...into Nothingness

Full-length, Satanath Records
(2015)

Oggi entriamo in territorio sloveno, e troviamo un'ottima realtà, i Dalkhu. Fautori di un black metal venato di death melodico, i Nostri ci regalano circa tre quarti d'ora di atmosfere fiere e solenni, epiche, battagliere. E' quindi una sorta di extreme metal imparentato anche con qualcosa di vagamente viking, che scorre in maniera gradevole grazie ad una buona alternanza di parti veloci che rimembrano tutto il black metal degli anni Novanta dei soliti nomi, ed altre in mid tempo che ricordano i Bathory di metà-fine carriera, giusto per dare delle dritte di massima, ma ora esaminerò con più precisione.

Il substrato death è comunque ben udibile, ed anche in fase di produzione si evince la volontà della band di ottenere suoni corposi e nitidi, che esaltino l'ottimo riffing, sempre affilato ed evocativo, e le parti di batteria che sorreggono a dovere le mai banali strutture dei pezzi. Canzoni come "Pitch Black Cave" e soprattutto "The Fireborn" si rivelano come episodi di ottima fattura, dalle qualità tecnico-compositive importanti, e una propensione verso soluzioni quasi "progressive" che potrebbero rimandare anche a certe cose degli Enslaved, ma questo paragone è da prendere con le pinze in quanto, di base, la musica dei Dalkhu rimane più immediata. Sono da rimarcare i continui sali e scendi di emozioni, che vengono espressi con parti più rilassate e di ampio respiro, in cui a volte affiora un velo malinconico che riesce a catturare l'ascoltatore e portarlo in territori sognanti.

La voce anche conserva molte delle prerogative del death metal, in quanto si esprime in un growl profondo e mai in screaming. Interessanti gli intrecci di chitarra, dove emerge la bravura della band nel rifinire i pezzi con vari arpeggi e arrangiamenti di pregevole fattura, come in "Distant Cry". Altro episodio davvero degno di nota per il suo incedere struggente ma allo stesso tempo aggressivo è "Accepting the Buried Signs", che vagamente riporta a galla il lavoro seminale di band come Dissection e Naglfar, e stesso discorso si potrebbe fare per la successiva "Soulkeepers".
Chiude questo cd la lunga ed elaborata "E.N.N.F.", una vera dimostrazione di ispirazione e classe che non annoia nonostante i quasi dieci minuti di durata.

Un lavoro molto valido quindi, che spero possa essere preso in considerazione da tutti gli amanti del death/black metal più melodico ed epico e che fa intravedere grandi potenzialità per il futuro di questa band, che al secondo album si dimostra già molto matura e pronta per spiccare il definitivo salto di qualità.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 72/100

Tracklist:
1. Pitch Black Cave 05:31
2. The Fireborn 05:07
3. In the Woods 05:49
4. Distant Cry 04:59
5. Accepting the Buried Signs 05:32
6. Soulkeepers 06:53
7. E.N.N.F. 09:57

DURATA TOTALE: 43:48

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