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YATTAFUNK - Yattafunk Sucks (Review)

Full Lenght - GhostRecords Label
(2016)

Arrivano il disco d’esordio sti pazzi romanacci! Un parto malato di una band davvero fuori dal comune. Fresco di uscita, è un ibrido di diversi stili miscelati in frullatore impazzito. Stili che passano dall’hard rock storico britannico al funk metal di gruppi storici come gli INFECTUS GROOVES al NWOBHM al tecnicismo dei DREAM THEATER al rock dei GRAND FUNK…. Per restare stretto!
Insomma, come si diceva negli anni 90: funk metal! Un suono che esce dal disco come sarĂ  poi riproposto live, senza aggiustamenti, senza tagli (e senza tastiere), un album davvero fresco in sta povera italietta!


Partiamo con la recensione ora. La band arriva da Roma e dintorni e nasce come side project, ma dopo alcuni cambi di rotta diventa finalmente un gruppo vero e proprio che si esprime al massimo nell’album “Sucks” (parola che che rappresenta alla meglio i testi). Testi che trattano di situazioni assurde, ironiche, estreme, nessun insegnamento ma solo storie da raccontare,  storie da vivere per trovare la soluzione. L’album si apre con “Yattafunk”, traccia manifesto dell’album. Si mette subito in risalto il loro lato funk con il classico basso “slappante”, e, come si diceva all’inizio suono grezzo, crudo, quasi in presa diretta. Funk davvero hard! Impossibile stare fermi!

Doppietta raffinata poi con “Hell yeah” e “Pullover”,  due brani con idee raffinate, due perle davvero raffinate,  ma non per queste meno aggressive e dirette.Si passa poi al “blues”, se così si puĂ² definire, di “Leggings and knives” dove troneggia un basso molto carico e corposo. Che si siano fermati anche loro a qualche crogiolo vicino al Mississipi (o il Tevere) per vendere l’anima al diavolo? Ah ah ah!
Ora tocca a “Squirtnado”, un mix inglese dove vorrebbe spiegare che giocare e suonare hanno lo stesso significato. Davvero un ritmo felice, squinternato, dove si accelera, si rallenta si torna a correre, e via così, cambiando tempi e stili nello stesso medesimo pezzo. Un brano che cattura e non poco. “Hallowed by the funk” invece ti prende all’improvviso partendo in pieno stile funk per poi assalirti in pieno stile metal quando ormai pensi solo a rilassarti! Da delirio il simil growl di Funk Norris con la band che lo segue trasformando il funk metal in Death Metal! Da pazzi! 

Ancora storditi dal pezzo precedente parte l’Intro di “Hypocondria”, con del  jazz (poteva mancare?) che diventa subito funk, poi metal, funk, una ballad?  Aiutooooooooooo!  ad ulteriore dimostrazione delle capacitĂ  vocali di Funk Norris, ecco, appunto,  mancava solo l’anima di Frank Zappa che troneggia sul gruppo. Per chiudere non poteva mancare del buono metal punk (“Mr. Ball - the clochard killer”) perĂ² infarcito di un altro tour de force vocale sostenuto da intrecci di chitarra da urlo ed i relativi assoli. Un album che mancava da tempo nel panorama nazionale. Un buon lavoro,  davvero. 

Recensione a cura di:  Ivano “Bata” Invernizzi
Voto: 80/100

TRACKLIST:
01. Yattafunk 03.12
02. Hell yeah 03.52
03. Pullover 03.39
04. Leggings & knives 04.24
05. Squirtnado 03.57
06. Hallowed by the funk 05.13
07. Hypocondria 04.28
08. Mr. Ball (the clochard killer) 04.12



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