TESTAMENT "Para Bellum" (Recensione)
Full-length, Nuclear Blast Records
(2025)
“Para Bellum” è un classico lavoro dei Testament degli anni 2000. Questo può essere considerato un punto di forza ma allo stesso tempo un elemento di debolezza, dipende da quale prospettiva viene considerato questo nuovo lavoro, in cui il genere suonato resta saldamente il thrash metal, e sfocia a tratti anche nel death metal. La differenza viene fatta semplicemente dalla qualità delle canzoni proposte e qui è alta, molto alta, come alto resta il tasso adrenalinico e l’enorme qualità tecnica dei musicisti, ma quest’ultimo forse è il fattore più scontato. Per non parlare della prestazione di Chuck Billy, mastodontica. La compattezza dimostrata dall’inizio alla fine è impressionante.
I Testament di oggi continuano a essere una macchina da guerra ben oliata e pronta alla distruzione. ‘Para Bellum’ come da tradizione parte con il botto affidando l’inizio a due killer songs (“For The Love Of Pain” e “Infanticide A.I”) che mettono l’ascolto subito sui binari giusti e loro lo sanno bene, piazzando due frustrate che fanno molto male. Con “Shadow People” i ritmi rallentano ma non diminuisce la potenza, con chitarre che eruttano riff micidiali. I Testament lo hanno rifatto di nuovo, dopo tanto sono tornati con una lunga semi ballad, tra chitarre acustiche e possenti riff, la voce di Chuck Billy genera emozioni con la sua interpretazione intensa e come non restare ammaliati dalla solista di Skolnick (“Meant To Be”). “High Noon” e “Witch Hunt” sono due macigni. Si viene travolti da due bordate al limite del death metal, con uno stile che richiama album estremi come ‘Low’ e ‘Demonic’ con ottimi risultati.
Personalmente era da tanto che aspettavo dei brani così feroci e cupi. La prestazione di Chuck è sopra le righe tra growl profondi e scream violenti. La base ritmica viaggia a gran velocità, le chitarre ricamano riff e passaggi di grande pregio, per un risultato finale enorme. “Nature Of The Beast” e Room 117” sono dei classici heavy metal, più melodici che riportano ai tempi del controverso “The Ritual”. Oggi i Testament dopo un percorso evolutivo che li ha visti sfruttare diverse sfaccettature del proprio sound, a volte con toni più melodici, altre con toni estremi, si possono permettere di far rientrare dentro un proprio lavoro tutte queste caratteristiche, senza essere disomogenei, ma con la loro esperienza e maturità riescono a far convivere in modo equilibrato tutte le anime che vivono dentro la loro musica.
Quando pensi a una tipica cavalcata thrash alla Testament non puoi non pensare a “Havana Syndrome”. Qui ci sono tutti gli ingredienti, tra chitarre rotanti, doppia cassa, stop’n’go e Chuck che abbellisce tutto con le sue linee vocali melodiche. Bel brano ma che forse ha più mestiere che ispirazione, nonostante la presenza di uno degli assoli più belli di Skolnick su questo album. A conclusione del lavoro viene posta l’eponima “Para Bellum” con il suo incedere marziale che ci introduce a un'altra grande dimostrazione di forza dei Testament, che concludono degnamente con un brutale thrash metal questo nuovo lavoro, tra i migliori del nuovo millennio, in un crescendo che da “The Formation Of Damnation” ci ha portato una manciata di album di grande spessore, senza mai sbagliare un colpo. Il fuoco arde ancora prepotentemente dentro le vene di questi cinque cavalieri del metal, mai domi, ma ancora affamati di vibrazioni metalliche dai toni pesanti di un thrash metal moderno.
La prestazione sopra le righe di tutta la line up, unita a una qualità di scrittura che va oltre il mestiere e si nutre di pura ispirazione, con una produzione che fa letteralmente esplodere la musica proposta, rende questo “Para Bellum” un lavoro immenso e confermano i Testament come dei fuoriclasse del metal.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 90/100
Tracklist:
1. For the Love of Pain
2. Infanticide A.I.
3. Shadow People
4. Meant to Be
5. High Noon
6. Witch Hunt
7. Nature of the Beast
8. Room 117
9. Havana Syndrome
10. Para Bellum
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