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HELSTAR "Vampiro" (Review)

Full-length, Ellefson Music Productions
(2016)

Gli Helstar hanno bisogno di poche presentazioni. Sono tra i pilastri del power-speed metal americano, e hanno più di trent'anni di carriera sulle spalle costellati di ottimi album, dove tecnica e grande gusto non sono mai venuti meno. Negli ultimi anni la band capitanata da James Rivera ci ha deliziato con album sempre più duri, fino a raggiungere, a parere di chi scrive, il top qualitativo con l'album datato 2010 e intitolato "Glory Of Chaos", dove la band dava una prestazione furiosa ai limiti col thrash, ma mantenendo inalterate le atmosfere cupe e la tecnica che l'ha sempre contraddistinta. 

Tornano oggi con questo "Vampiro", album da me atteso con impazienza, e da subito ci sono da evidenziare importanti novità: la band è tornata a suonare quel metal tecnico e quasi progressivo presente in "Nosferatu", che per molti rimane ancora oggi il capolavoro insuperato dei Nostri. 
Se è vero da un lato che la band è tornata sulle scene con un bel disco, è però anche vero che questo album accontenterà più i nostalgici del passato della band texana piuttosto che coloro che ne avevano seguito con interesse e approvazione le ultime uscite. 
Fondamentalmente questo disco, analizzato senza fare paragoni, appare come l'ennesimo ottimo disco degli Helstar, al cui interno ogni metal-head può trovare tutto quello che desidera quando si parla di classe, tecnica, intelligenza compositiva e ottima produzione. E chi ha presente quel disco che citavo poc'anzi, ovvero "Nosferatu", potrà ritrovare all'interno di "Vampiro" l'evoluzione che per certi versi era stata un po' accantonata dopo quel disco. E' quindi inutile citare pezzi migliori o peggiori in questo caso: il disco rimane ancorato per quasi un'ora di durata ad una valutazione più che buona, a tratti ottima, ma ha bisogno di ascolti attenti per essere ben metabolizzato. Non è un disco assolutamente facile o di immediata presa, nonostante ci sia qualche impennata speed-thrash che potrebbe trarre in inganno. Il riffing di Larry Barragan e Andrew Atwood è intricato e a tratti i due axeman raggiungono quasi vette progressive, e la batteria dell'ottimo Michael Lewis ritorna a suonare in maniera più naturale e meno artefatta e ben si accosta alla diminuzione di velocità del sound dei Nostri, per offrire una prestazione precisa e fantasiosa. La voce di Rivera è come al solito la ciliegina sulla torta, perchè difficilmente si sentono cantanti che abbiano estensione, personalità, varietà e tecnica come lui, e che quindi riescano a valorizzare ogni momento del disco nel miglior modo possibile.

Non citerò episodi migliori o meno. Ancora una volta gli Helstar danno una dimostrazione di netta superiorità su almeno il 90% delle band in circolazione, sia della vecchia guardia che della nuova. 
C'è però un qualcosa che, a livello personale, non mi farà amare questo disco come quel capolavoro chiamato "Glory Of Chaos" o, in misura minore, "This Wicked Next". Questo qualcosa è il fatto che io mi attendevo un disco più duro e in linea coi dischi che ho appena citato. Insomma mi aspettavo qualcosa di nuovamente devastante, e invece la band ha optato per un ritorno al suo sound originario, lasciando da parte quelle tentazioni thrash che secondo me erano riuscite in pieno. 
Sono quindi parzialmente deluso da questo album, non perchè sia oggettivamente brutto o cose simili, ma perchè personalmente preferisco quando il metal classico si imbastardisce con qualcosa di più estremo. Disco comunque consigliato, soprattutto ai metallari della vecchia guardia, ma è doveroso ripetere che l'immediatezza in questo disco non esiste. A voi la scelta.

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
VOTO: 70/100

Tracklist:
1. Awaken into Darkness 06:47 
2. Blood Lust 05:26 
3. To Dust You Will Become 05:22 
4. Off with His Head 05:17 
5. From the Pulpit to the Pit 05:30 
6. To Their Death Beds They Fell 04:41 
7. Malediction 03:56 instrumental
8. Repent in Fire 04:15 
9. Abolish the Sun 06:02 
10. Black Cathedral 07:39 
11. Dreamless Sleep 02:31 
DURATA TOTALE: 57:26 

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