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SUBLIMINAL FEAR "Escape from Leviathan" (Recensione)

Full-length, Inverse Records
(2016)

Mi piacerebbe approcciarmi a questa recensione con il mio consueto massimo rispetto e allo stesso tempo massima oggettività rispetto a un genere che non è esattamente il mio pane quotidiano. Mi spiego meglio: se è vero che il melodic death metal non è il mio forte in fatto di ascolti, è anche vero che ho apprezzato nel tempo molti dischi di questo settore, a partire dai soliti grandi album incisi ad inizio carriera dai soliti In Flames, Dark Tranquillity, Soilwork ecc, fino ad arrivare anche a un nome italiano come Disarmonia Mundi, i quali hanno realizzato almeno i primi due album degni di nota. 

Purtroppo non posso trovare molti elementi positivi in questi Subliminal Fear, e lo dico davvero a malincuore, credetemi. Però non tutto è da buttare e cominciamo dai lati positivi, che seppure in minoranza, ci sono. Potrei dire che questo disco ha una registrazione pazzesca, e dimostra come anche da noi ci siano band che prendono in maniera molto seria e professionale ciò che fanno. I suoni di questo "Escape from Leviathan" sono ottimamente mixati, per creare un sound compatto ma allo stesso tempo non troppo artificiale e capace di far risaltare ogni strumento, con menzione particolare per l'ottima batteria di Ruggiero Scassano. Anche le chitarre suonano belle piene e granitiche e formano un buon tessuto ritmico assieme alla già citata batteria.

Per quanto mi riguarda, i lati positivi, grossomodo finiscono qui. E' infatti palese che l'ispirazione sia una cosa ben diversa e lontana da quello che possiamo ascoltare in questo album. Il fatto poi che sia il terzo di questa band, non aiuta a trovare scusanti. Le acerbità e le ingenuità che riscontriamo nella composizione dei pezzi potrebbero essere perdonate ad una band agli inizi, ma non a chi ha già un certo nome nell'ambiente ed è in giro da anni. Non vi è un solo episodio, nella prima parte del disco, che rimanga in mente per qualcosa in particolare, ma anzi, ciò che si avverte è un senso di deja-vu troppo ingombrante. Sotto l'aspetto tecnico non possiamo dire nulla di negativo su questi musicisti, ma nel momento in cui non si riesce a costruire qualcosa di valido a livello compositivo, l'ingranaggio si inceppa. Quasi tutte le canzoni si muovono su ritmi medio bassi, con un incedere molto quadrato, a partire dalle ritmiche stoppate di chitarra che la fanno da padrona e la batteria a sottolineare con la doppia cassa tutto questo, ma il tutto è molto spezzettato e non decolla praticamente mai. Se la prima canzone "Phantoms or Drones" si fa apprezzare per buone melodie di voce che si alternano tra growl e pulito, man mano che si va avanti ci si accorge che la formula rimane invariata e si ricicla in continuazione, fino ad arrivare a stancare già al quarto brano, "Escape from Leviathan" che più che death melodico, mi sembra una versione degli ultimi Lacuna Coil con chitarre un po' più distorte. I ritornelli, che dovrebbero alzare l'attenzione dell'ascoltatore e intrattenerlo, si dimostrano stanchi e melensi, a tratti quasi irritanti.
A poco servono, ogni tanto, le interruzioni di tastiera o i tappeti della stessa per cercare di creare un feeling apocalittico e atmosferico, perchè è proprio la base musicale e le idee che non funzionano. Mi verrebbe da dire che se la band avesse intrapreso la strada della potenza simil-Fear Factory di pezzi come "Evilution" o "Self-Proclaimed Gods" parleremmo di questo album in altro modo anche se, pure in questo caso, le voci non rimangono impresse e continuano imperterrite con il loro tira e molla tra pulito e growl davvero annoiante. E quindi c'è poco altro da aggiungere o da menzionare, per tirare le somme, perchè neppure una cover di "Living in Another World" dei Talk Talk riesce a smuovere un po' di più dal senso di noia. 

I Subliminal Fear sono una band che deve lavorare sodo ancora per potersi presentare in maniera accettabile. Credetemi, odio stroncare degli album in questo modo, perchè da musicista so cosa vuol dire incidere dei dischi e tutta la fatica che ci sta dietro, in tutti i sensi, ma sono anche obbligato ad essere onesto nella valutazione di un disco, ed in questo caso siamo davvero a bassi livelli. Questa è musica senz'anima, che si salva dal baratro più profondo solo per dei suoni scintillanti. Ma a chi non importa molto della produzione, come al sottoscritto, non rimane nulla. 
Speriamo in una una presa di coscienza dei propri limiti e conseguente netto miglioramento al più presto da parte di questa band, e speriamo anche si rendano conto che questo è metal-core di ultima generazione, e non melodic death metal. E calcolando che il metal-core odierno non è nemmeno metal-core, di fatto, cosa suonano i Subliminal Fear? Ai posteri l'ardua sentenza...

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 45/100

Tracklist:
1. Phantoms or Drones 06:17
2. All Meanings They've Torn 04:45
3. Nexus 05:00
4. Escape from Leviathan 04:55
5. Evilution 05:51
6. Living in Another World (Talk Talk cover) 04:56
7. Dark Star Renaissance 04:07
8. Self-Proclaimed Gods 05:22
9. Limitless 04:48
10. The Disease Is Human Emotion 03:09
DURATA TOTALE: 49:10 

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