EGOCIDE "Mortichnia" (Recensione)


Full-length, Dusktone
(2025)

Secondo full-length per i bresciani Egocide, che non lesinano mazzate in questo loro nuovo album, intitolato "Mortichnia", che arriva a sette anni di distanza dal precedente (e occhio al titolo chilometrico), "Chapter One: Cheap Existentialism and Other Rhetorical Bullshits No One Wants to Hear Anymore". La band quindi prosegue per il suo cammino fatto di musica pesantissima e violenta, che chiama in causa soprattutto il death-core e per certi versi anche l'operato di band come Chimaira, Devildriver e The Black Dahlia Murder. E' un disco sicuramente diretto ma non per questo banale. Se i tempi di batteria di Rob scandiscono i pezzi in maniera quasi marziale, le chitarre di Mazza e Gab sono attirate tanto dal metal quanto dall'hardcore, e l riffing spesso si fa tesissimo. La voce di Erik è quasi sempre in growl, profondo e ficcante, e l'insieme bisogna dire che funziona alla grande.

Ci sono però alcuni segnali che fanno pensare che la band voglia progredire verso qualcosa di elaborato, e in questo senso una canzone come "Behead the Man of God" lascia stupiti per la mole di variazioni che offre, da parti più rallentate e melodiche che si alternano ad altre più pesanti, fino ad un senso della melodia molto particolare, quasi malinconico e malato, e dove verso la fine si possono udire anche buoni assoli di chitarra in pieno stile heavy metal. Ma gli Egocide colpiscono duro e pezzi come l'opener "Afterborn Inhuman Abortion" o "Not Thanks to You" devastano tutto e per certi aspetti rimandano anche ad alcune cose degli Slipknot di inizio carriera. E questa vena a cavallo tra death metal e hardcore si fa ancora più dura verso il finale dell'album, dove spicca per brutalità una canzone come "Intrusive Thoughts" che tra blast beats e vocals indemoniate ricorda certamente più il death metal che non l'hardcore!

Insomma, questo album non inventa forse nulla di nuovo ma picchia come un martello pneumatico dall'inizio alla fine ed è suonato e prodotto davvero bene. La rabbia della band si sente, eccome. Pochi riescono a mettere tanta credibile ferocia in un lavoro in studio, e gli Egocide ci sono riusciti. Questo "Mortichnia" si prospetta come imperdibile di questo 2025 per chiunque si riconosca tra le band o nei generi che ho citato nella recensione. 
PS: Occhio alla ghost track che chiude il disco...che burloni questi Egocide! Disco assassino!

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Afterborn Inhuman Abortion
2. Not Thanks to You 
3. Behead the Man of God 
4. Nero riflesso 
5. Tensione superficiale 
6. The Leading Path
7. Intrusive Thoughts

Line-up:
Andry - Bass, Vocals
Gab - Guitars, Vocals
Erik - Vocals
Mazza - Guitars
Rob - Drums

Web:
Bandcamp
Deezer
Facebook
Instagram
Spotify
YouTube

Nessun commento