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LICH KING "The Omniclasm" (Recensione)

Full-length, Independent
(2017)
 
Le cose sono diventate complicate per i Lich King nel 2012, da allora il gruppo retro Thrash Metal ha rilasciato un EP e qualche singolo, ma il loro futuro è diventato incerto nel 2015 quando il cantante/bandleader Tom Martin ha annunciato la sua dipartita dal gruppo. Fortunatamente, Tom sembra essere rimasto in studio, permettendo alla band di rilasciare il loro quinto sforzo a piena lunghezza. E nonostante questi blocchi, o forse anche a causa loro, “The Omniclasm” potrebbe essere il più grande sforzo della storia dei Lich King.  
La decennale carriera dei Lich King, come band, è stata focalizzata più su come adattare perfettamente un suono già stabilito che esplorare qualcosa di troppo drastico. Quindi, non è troppo sorprendente affermare che questo album riprende quanto è stato lasciato da “Born of the Bomb” cinque anni prima. I riff sono alti e chiari, le voci sono alte e screpolate, e i bassi risultano luminosi tanto da farmi ricordare “Shovel Headed Kill Machine” degli Exodus. Come era prevedibile, il Thrash Metal è ancora la regola dettata durante il songwriting. Infatti, questo è probabilmente l’album più veloce della band fino ad ora, dato che quasi ogni canzone opera con un ritmo sconnesso e poche possibilità per l’ascoltatore di smettere e respirare. Fortunatamente l’album mantiene l’attenzione grazie alla più organizzata “Civilization” e a “Crossover Songs Are Too Damn Short”, un po’ più veloce, che rende una deliziosa minuscola esplosione di ipocrisia intenzionale.

È anche evidente che i testi conservano il sigillo di approvazione dei Lich King in lingua in meta-humor. La band infatti ha sempre divertito il mondo del Metal con canzoni come l’ineluttabile “Black Metal Sucks”, qui invece troviamo “Cut the Shit” che richiama diversi cliché della scena, mentre “Take the Paycheck” deride le band veterane che si rifiutano di fare il dovuto e marciscono nell’ eredità del passato. Nessun nome viene detto, ma ci sono sicuramente tempi sufficienti per leggere tra le righe. “Preschool Cesspool” può essere inviata con facilità ad amici ormai divenuti padri e i temi politici su “Offense” risultano ambigui, ma in qualche modo articolati rispetto a tutte le canzoni dell’ultimo album degli Havok.

“The Omniclasm” è destinato ad essere un altro album Thrash Metal divertente, come tutto il passato dei Lich King, ma evidenzia anche il miglioramento che la band ha subito da “World Gone Dead”. Saranno sempre giudicati per i loro testi, ma la musica e il songwriting sono entrambe da non mettere in discussione. 
Considerando che l’ultima canzone finisce con la mascotte della band che elimina l’intera esistenza, sarà interessante vedere dove le cose andranno a finire.

Recensione a cura di: Benito Stavolone
Voto: 68/100 
 
Tracklist:
1. Weapons Hot 01:17 instrumental
2. Lich King V: Stalemate 03:56 
3. Preschool Cesspool 03:30 
4. Cut the Shit 04:07 
5. Our Time to Riot 05:17 
6. Crossover Songs Are Too Damn Short 01:14 
7. Take the Paycheck 05:27 
8. Civilization 07:27 
9. Offense 03:48 
10. Lich King VI: The Omniclasm 06:57 
 
DURATA TOTALE: 43:00
 

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