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NORSEMEN "Bloodlust" (Recensione)


Full-length, Time To Kill Records
(2019)

Il terreno delle epiche battaglie si materializza con forza nelle traccie di "Bloodlust". Da Bergamo giungono gli assalti sonori dei Norsemen, autori di un Death Metal che evoca scenari sanguinari. Bella l'introduzione che ci prepara alle truculenti gesta del combo bergamasco, cori soffusi fanno da sfondo ad un arrangiamento che profuma di rock orchestrale. Ecco che parte l'attacco frontale con "Evil Master". La batteria di Paolo Munziello è efficace come i colpi di un fabbro, mentre il growl di Federico Rota percuote l'udito con disarmante padronanza. Il vocalist accenna anche beffardi scream ma la sua indole è quella di un deathster di razza. Le chitarre di Antonio Brignoli e Guido Genovesi si dividono le vittime designate con riff assassini che squarciano le carni. 

Proseguiamo l'ascolto con "Black Mountain", l'atmosfera si fa più convulsa e la band ha modo di mettere maggiornente alla prova il proprio sound d'insieme, Giuseppe Bergamaschi cesella i tempi del brano con il suo basso pulsante ma c'è un ottimo lavoro corale di ciascun membro. Al quarto pezzo esplode la rabbia di Federico alla voce, il suo impeto growl conferisce un'assoluta potenza d'impatto a "Fenrir". È un brano incredibile che lascia il segno per il pathos sprigionato. "Bloodlists" è ancora più audace nella forza espressa, ormai i nostri eroi sono padroni delle proprie sorti e mirano all'intento di mietere più vittime possibili. Mi stuzzica l'assolo di chitarra che spezza un po' la tensione, il destino è però segnato come ci ricorda la sfuriata finale. Con "Odin" abbiamo un riff di chitarra che si ripete troppo all'inizio, quindi viene abbandonato per essere ripreso successivamente. In soccorso ci viene un breve assolo della chitarra solista ma nel complesso la traccia soffre di una certa staticità. Siamo al quart'ultimo episodio della saga guerresca dal titolo "Serpent". L'approccio della band diviene più potente ed essenziale ma si traduce in un arricchimento della loro versatilità stilistica. È il turno di "Surtur" dove la voce di Federico assume un tono growl tremendamente minaccioso. Costui è un'autentica forza della natura che spazza via chiunque cerchi di avvicinarglisi per emularlo. La struttura delle chitarre è qui incisiva e tagliente, senza risultare pesante oltre misura. In "Warrior's Fate" sale il livello di epicità, il cantato diviene più aggressivo e la tensione aumenta, le chitarre hanno il loro grande spazio con un occhio strizzato anche alla melodia. 

Giunti alla fine ci abbandoniamo alla devastazione totale con "Time Wrecked Kingdom". Il tambureggiare frenetico di Paolo Munziello ci scaraventa nel fossato dei cadaveri, il sangue è ormai versato e chi resta è condannato a versare pesanti lacrime. La Scandinavia ha allargato i suoi confini e promette di parlare anche italiano e i Norsemen hanno confezionato un bel disco di Death Metal Nordico, facendo attenzione a non scadere nella banale imitazione. 
In definitiva, "Bloodlust" riesce ad emozionare e si lascia ascoltare con vero piacere. 

Recensione a cura di Andrea Bottoni
Voto 75/100

Tracklist:
1. Intro 02:04
2. Evil Master 04:09
3. Black Mountain 05:18
4. Fenrir 05:31
5. Bloodlust 05:03
6. Odin 03:57
7. Serpent 05:08
8. Surtur 04:47
9. Warrior’s Fate 04:44
10. Time Wrecked Kingdom 05:58

DURATA TOTALE: 46:39

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