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IRREVERENCE "Still Burns" (Recensione)


Full-length, STF Records 
(2018)

Gli Irreverence da Milano, a conti fatti, rappresentano una realtà solida del panorama metal italiano, coi loro venti anni circa di militanza e buoni album all'attivo (cinque a partire dal 2001 è comunque un buon numero). Ascoltando quest'ultimo "Still Burns" il primo nome che mi è venuto in mente sono stati i Kreator, ma non quelli dei primi lavori, ma piuttosto ho trovato punti in comune con le recenti evoluzioni stilistiche (e melodiche) che la band di Mille Petrozza ha attuato a partire dall'inizio degli anni Duemila. Che poi a me i Kreator attuali dicano poco è un dato relativo perchè alla fine, oggettivamente, parliamo sempre di ottima musica.

Detto questo, ci troviamo nell'ambito quindi di un thrash metal (a volte un po' più death) con molti elementi melodici espressi dalle chitarre, con brani belli tosti e sostanzialmente sempre abbastanza veloci e chirurgici, ma che hanno il pregio di attraversare sempre vari cambiamenti di umore (e di ritmo) che fanno bene alla economia generale del disco, rendendolo sempre interessante e non troppo monolitico. Ottima è la prova offerta dalla band a livello tecnico, e questo dimostra comunque evoluzione rispetto al passato da parte dei nostri, mentre a livello compositivo potremmo dire che non si inventa forse nulla di nuovo, ma ciò è anche parzialmente vero, perchè personalmente io nei solchi di questo "Still Burns" ci sento una dscreta dose di personalità, e a parte qualche spunto preso da qualcuno che ho già evidenziato, la band ha un sound ben definito.

Un disco che sicuramente non verrà ricordato come il capolavoro del secolo, ma che apporta alla scena italiana un altro tassello di competenza musicale in ambito thrash/death. Detto questo, chi si aspetta il capolavoro del secolo per me è sostanzialmente qualcuno che si perde tanti buoni dischi come questo "Still Burns", che rimane godibile dall'inizio alla fine, e fa pensare seriamente ad un acquisto. A mio parere, gli Irreverence sapranno dare il meglio in sede live, ma anche in studio sono una band da non sottovalutare, soprattutto quando in scaletta hai un brano altamente devastante come "Groomed Wall Skip", che alza il tiro generale ancora di più. Da tenere in considerazione.

Recensione a cura di Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100

Tracklist:

1. So Far, So Good 02:52
2. Hate Still Burns 04:08
3. Blind Times 05:01
4. Stylized Social Realism 04:18
5. Know Who I Am 04:27
6. Groomed Wall Skip 02:39
7. Scumbags 03:51
8. The Choice 03:20
9. Skyscrapers 03:56
10. 06:01 05:09
DURATA TOTALE: 39:41

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