VII VITIUM "VII Vitium" (Recensione)


Full-length, My Kingdom Music
(2025)

Con VII VITIUM il collettivo guidato da Daniele Laurenti, Giampi Tomezzoli e Daniele Pedrollo costruisce un debutto che è al contempo omaggio e riscrittura del patrimonio oscuro italiano. L’album si muove per lo più in territori dove il doom, il dark occult e il prog si toccano, con aperture che richiamano il darkwave ottantiano e passaggi in cui la tensione teatrale domina la scena. La struttura a lati dell’LP è sfruttata con intelligenza: otto brani che si susseguono come tappe di un rito, ciascuno assegnato a una declinazione dei peccati capitali e interpretato da voci e strumenti che aggiungono sfumature personalissime al progetto.

L’apertura è robusta e simbolica: “Superbia / Lucifero” introduce l’universo sonoro con un’andatura che sa essere al tempo stesso pesante e plastica, lasciando spazio al contrasto tra parti chitarristiche ruvide e inserti melodici. L’uso degli ospiti in questo pezzo non è mero vezzo: i contributi vocali e solistici arricchiscono la traccia, trasformandola in un manifesto tematico che imposta il tono del disco. Subito dopo “Avarizia / Mammona” mantiene il clima occulto ma sposta la messa a fuoco su tessiture più stratificate, dove synth e chitarre dialogano creando un senso di inquietudine che non scade mai nel puro virtuosismo.

La trilogia centrale — “Lussuria / Osmodeo”, “Invidia / Leviatan” e “Gola / Belzebù” — è il cuore emotivo dell’LP. Qui si alternano momenti di grande intimità sonora a esplosioni corali: le atmosfere si fanno ora più intime e ipnotiche, ora più teatrali, con arrangiamenti che scelgono la suggestione piuttosto che la grandiosità fine a sé stessa. L’apporto di voci femminili e narratrici emerge con forza, aggiungendo uno strato drammatico che dà profondità al concetto musicale dei peccati, interpretati più come figure interiori che come cliché lirici.

La seconda metà continua con “Ira / Amon” e “Accidia / Belfagor”, tracce in cui la tensione ritmica prende il sopravvento: la percussività incalzante e i fraseggi di chitarra si alternano a passaggi più dilatati, mostrando come il progetto sappia modulare tempi e dinamiche senza perdere coerenza. L’album non teme i contrasti — al contrario, li usa per far emergere il tema centrale: i vizi come presenze che parlano, si insinuano e talvolta seducono. La chiusura con “Septem” suggella il percorso come un rito concluso: brano corale, ricco di echi e cori, che lascia una sensazione di compiutezza ma anche di lieve inquietudine, come se la storia narrata non si fosse davvero esaurita.

Dal punto di vista sonoro, la resa in mixing e mastering è curata: i passaggi più oscuri beneficiano di una resa calda e analogica, mentre i momenti più progressivi restano chiari senza perdere impatto. La copertina, la scelta degli ospiti e la filigrana narrativa dimostrano un progetto pensato nel dettaglio. È evidente la volontà di dialogare con la tradizione italiana del dark/occult — con richiami alla scena di Paul Chain e Death SS — ma senza limitarsi a rimasticarne le forme: il linguaggio è personale, contaminato e talvolta avanguardistico, soprattutto quando gli interventi esterni (strumentali o vocali) vengono inseriti come veri elementi di racconto.

Qualche critica costruttiva: in un paio di momenti la densità degli arrangiamenti rischia di appiattire l’immediatezza della melodia, rendendo alcuni passaggi più criptici del necessario per l’ascoltatore meno avvezzo al genere. Inoltre, la formula “peccato + demone” è una cornice potente ma impegnativa: richiede coesione estrema nella scrittura per evitare dispersioni tematiche, e raramente il disco perde questa coesione, ma sarebbe interessante vedere futuri lavori che spingano ancora di più sul contrasto tra minimalismo e opulenza sonora.

In conclusione, VII VITIUM è un esordio ambizioso e riuscito: un’opera che non si accontenta di evocare luoghi comuni gotici, ma costruisce un mondo sonoro coerente e stratificato, capace di parlare tanto agli appassionati del dark occult italiano quanto a chi cerca contaminazioni tra doom, prog e darkwave. È un invito a esplorare il lato oscuro con attenzione e curiosità, e rappresenta un passo significativo per gli autori coinvolti e per il panorama che li ospita.

Recensione a cura di Simone Lazzarino
Voto: 87/100

Tracklist & Credits:

1. Superbia / Lucifero (ft. John Goldfinch – Dario Vicariotto)
2. Avarizia / Mammona (ft. Joe Fè – Luca Gregori – Dario Vicariotto)
3. Lussuria / Osmodeo (ft. Alessandra “Trinity” Bersiani)
4. Invidia / Leviatan (ft. David Cremoni)
5. Gola / Belzebù (ft. Daniele Donini – Lisa Bonacquisti – Melissa Bonacquisti)
6. Ira / Amon (ft. Sandra Silver – Dario Vicariotto)
7. Accidia / Belfagor (ft. Joe Fè – Luca Gregori – Dario Vicariotto)
8. Septem (ft. Sandra Silver – David Cremoni – Vittorio Sabelli)

Siti ufficiali:
– MY KINGDOM MUSIC: https://linktr.ee/mykingdommusic
– VII VITIUM: https://www.facebook.com/VIIVITIUM
– Pre-order LP e deluxe edition su: https://t.ly/TGN78

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