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ARIES FIELD "The Halo Behind the Sun" (Recensione)


Full-length, Independent
(2019)

"The Halo Behind the Sun" è il secondo album di Aries Field, ma è il primo che vede il solo Fabio Stroppa ad occuparsi di tutti gli strumenti. A quanto ci dicono le sue note biografiche, questa una volta era una vera band, composta da vari elementi, ma dopo la registrazione del primo album le cose si sono dissolute, e al timone di tutto è rimasto solo questo gran musicista. Il disco, a livello lirico è un vero e proprio concept, che ricorda molto quello che facavano maestri in tal senso come Queensryche, Pain Of Salvation, Dream Theater, ecc., e in particolare si parla dagli avvenimenti in Asia durante la Seconda Guerra Mondiale. Chiaro che mettere in testi e musica cotanta storia non era compito facile, ma il Nostro ce l'ha fatta, eccome!

Come accennavo, questo album prende molto spunto dal rock e metal di stampo progressivo, ma sarebbe limitante fermarsi qui. Aries Field non si pone molti limiti nella composizione, e con un pizzico di esuberanza riesce a metter sul piatto ben quindici canzoni, nelle quali il rock, il metal classico, il metal moderno e il progressive si incontrano e danno vita ad uno stile abbastanza peculiare, che non rimanda a nessun nome in particolare, se non per qualche influenza predominate sparsa in giro per il platter. Interessante è l'alternarsi di canzoni più riflessive con altre più spinte, che creano contrasti piacevoli e che tengono l'ascoltatore sempre in bilico. Le canzoni migliori del lotto sono tante, ma dovessi scegliere elencherei queste: "Trail of Blood", "Land Of No One", "Rage Of Freedom", "Sentence", "Sword Of Time", e la conclusiva e articolata "Battle of Nevermore", un pezzo che mette in mostra tutta la preparazione tecnico-compositiva di questo musicista. In tutte quest canzoni che ho elencato vi è sempre quel gioco tra chiaro-scuro di cui parlavo, ovvero di situazioni più potenti e articolate ed altre dove il musicista si esprime in territori apparentemente lontani dal metal in senso stretto.

E' una bella giostra di emozioni questo "The Halo Behind the Sun", album nel quale la musica viene sviscerata e ricomposta in uno stile incredibilmente fluido, nonostante si apra a vari stili e soluzioni, e con questo intendo anche l'utilizzo di synth e strumenti "non convenzionali" (che poi magari sono sempre rimandabili alle tastiere, ma la fantasia e la gamma di suoni usati sono veramente fantasiosi).
Vogliamo con questa recensione invogliare gli ascoltatori meno propensi ad ascoltare proposte più ricercate a dare una chance a questo album, perchè potrebbero aprire i propri orizzonti. Allo stesso tempo è un piccolo incoraggiamento verso questo artista per fare in modo che non mollli, ma anzi, che ci possa regalare nuova musica quanto prima.

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Ancient Regret
2. Sentence
3. Material
4. Rage of Freedom
5. Land of No One
6. Sword of Time
7. Wall of Titans
8. Where the Sun Won't Fall
9. Trail of Blood
10. Warrior
11. Revelation
12. The Man Against The God
13. Words Before Dawn
14. Veil of Innocence
15. Battle of Nevermore

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