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DOOMRAISER "The Dark Side of Old Europa" (Recensione)


Full-length, Time To Kill Records
(2020) 

I Doomraiser sono una delle più importanti band italiane di doom metal. Con il nuovo “The dark side of old Europa” confermano la loro posizione nelle sfere alte del metal tricolore. Ciò che colpisce del nuovo lavoro è la coerenza nel suonare il genere doom, evitando le contaminazioni che spesso lo intaccano. E lo suonano in modo convincente. E’ palpabile la loro passione per queste ritmiche. Ciò che colpisce è la dinamicità e la varietà della proposta all’interno di un genere, il doom, che spesso e volentieri è proposto in modo statico. In “The dark side of the old Europa” di statico non c’è niente. E questo è un pregio che ci accompagna per tutto l’ascolto, in cui i nostri riescono a tenere alta l’attenzione, nonostante la lunghezza medio lunga dei brani.

Determinante a tal proposito è l’interpretazione vocale, varia, mai monotona, che passa da registri epici ad altri sporchi fino a toccare il growl. Ma tutto questo chi conosce la band lo sa già. Questa recensione è per chi non conosce i Doomraiser. L’apertura dell’album è affidata allo strumentale “Passage” che ci introduce nel suo mondo profondo e cupo. Le cose si fanno dannatamente serie già con “Chimera” ed il suo potente riff iniziale. Un pezzo organico nel suo sviluppo, in cui colpisce per bellezza il coro che si sviluppa a circa metà della sua durata. Con il successivo brano eponimo si viaggia su lidi lenti, in cui ad una strofa dalle lontane reminiscenze Crowbar si contrappone un ritornello melodico davvero efficace, per poi proseguire su registri doom profondi ed introspettivi. Il viaggio continua con “”Tauroctony”, una canzone lunga e complessa introdotta da un arpeggio su cui si sovrappone un riffing che ricorda i primi Soundgarden, anche per il cantato un po' sognante ed il drumming alla Matt Cameron. Questo è un pezzo doom davvero notevole, un viaggio nel cosmo di sola andata, con linee vocali fantastiche, soprattutto nei raddoppi di voce. Per me questa canzone rappresenta al meglio l’intero album e la filosofia musicale dei Doomraiser. Notevole. “Terminal Dusk” è il brano più lungo del lotto ed insieme al precedente è il cuore pulsante di “The dark side of old Europa”. Ci troviamo di fronte ad un altro monolite doom, in cui è presente nel riffing uno stile che ricorda quella di scuola inglese, Paradise Lost in primis. “Haxan” e “Loathsome Explorer Interpolation” sono i brani conclusivi che seguono le orme delle precedenti tracce, con un intercalare doom, sonorità profonde, lente ed ossessive, in cui la qualità della proposta resta alta e mai banale.

I Doomraiser hanno scritto un grande album, non so se il migliore in assoluto della loro produzione, ma sicuramente hanno toccato punte molto alte, che molte band molto più famose si possono solo sognare. Gruppi come loro, album ispirati come questo, vanno assolutamente supportati, perché sono patrimonio della musica metal, e del metal italiano. Se amate il metal, se impazzite per le sonorità doom, fatevi un regalo, comprate “The dark side of old Europa” a scatola chiusa, senza neanche perdere tempo per ascoltarlo in anteprima. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 85/100 

Tracklist:
1. Passage
2. Chimera
3. The Dark Side of Old Europa
4. Tauroctony (The Secret Cult of Mithras)
5. Terminal Dusk
6. Häxan
7. Continuum Pt. 1 (Suspended in Darkness)
8. Loathsome Explorer Interpolation

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