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Trio devoto al metallo pesante: SHOCKPROOF (Intervista)


Autori di un terzo disco di valore come "The will the reason and the wire", che trovate recensito sulle nostre pagine, siamo andati in casa Shockproof per saperne dii più e per scoprire dettagli interessanti sulla band romana. Ecco a voi il resoconto della nostra chiacchierata virtuale!

1 - Ciao ragazzi. Come e quando nascono gli Shockproof? 
Probabilmente siamo nati per necessità! Siamo tre amici da una vita e non avevamo mai suonato insieme, ma sempre seguito i progetti gli uni degli altri. E così nel 2012 per una serie di coincidenze sia Andrea (chitarra) sia Leo (Batteria) erano rimasti senza una band con cui suonare e decidono di mettersi in sala prove per scrivere pezzi con l'intento di tirare su una thrash- old-style band. Un anno dopo, nel 2013 anche Conte (basso e voce) si unisce agli altri due. Inizialmente non era stato coinvolto perché gli altri due credevano non fosse così troppo interessato perché in quel periodo aveva un po’ lasciato il genere metal per suonare in situazioni più rock. Una sera in una delle tante cene che siamo soliti organizzare, abbiamo detto a Conte che stavamo lavorando su un paio di pezzi e ci disse che era curioso di sentirli. Dopo tre giorni ci siamo ritrovati in sala con sia il basso che i testi pronti. Si può dire che gli Shockproof esistono in pianta stabile da allora e non ci siamo più fermati! 

2 - Quali sono gli elementi che secondo voi caratterizzano il vostro sound? 
Il…. BaBoom-uhm! Ovvero botta, calore e coinvolgimento! Lavoriamo sempre nella ricerca di una forma canzone dove la musica sia il veicolo del messaggio che cerchiamo di portare nei testi. E suonando metal beh deve essere rabbioso il tutto! Ma ci piace parlare sempre di una rabbia positiva! 

3 - Cosa distingue e cosa accomuna l’ultima fatica con le precedenti release? 
Il sound si è messo più a servizio dei pezzi, creando maggiori dinamiche… Una costante invece è la scrittura dei brani: siamo tanto esigenti con noi stessi quanto decisi a creare sempre come gruppo e non come singolarità. Ognuno ci mette del suo finché non siamo tutti soddisfatti, si discute animatamente, ma fino ad ora nessun contuso!!! 

4 - Rispetto agli inizi come si è evoluta la vostra musica? Quali elementi avete aggiunto strada facendo? Ci sono invece elementi che avete abbandonato? 
Abbiamo sempre cercato di non annoiare nessuno mentre ci ascolta, cercando di introdurre particolari che possono essere notati soltanto dopo ripetuti ascolti, però sempre lasciando che almeno i ritornelli facciano il loro "dovere" dal primo ascolto; forse di recente abbiamo voluto inserire musicalmente momenti più istintivi, meno ponderati… Anche nei testi, senza rinunciare a qualche metafora o immagine originale, ora cerchiamo di essere più diretti. Sicuramente essere un power trio metal è stata per noi una bella sfida, probabilmente si sente una evoluzione in questo senso album dopo album, soprattutto negli arrangiamenti. Quello che ci diciamo sempre è che vogliamo che la gente già ascoltando il disco capisca che siamo solo tre, una chitarra distorta, un basso che pompa e una batteria che picchia duro il più possibile. Le chitarre di Gandi hanno lavorato molto album dopo album proprio in questa direzione, anche il basso di Conte si è evoluto sia nel suono che nel riffing. E la presenza della doppia cassa è studiata in funzione di dare corpo ai brani e spinta. Con The Will The Reason and The Wire ci sembra che questo esca in maniera molto più esplicita che nei precedenti lavori. Anche grazie al lavoro di produzione del suono di Valerio Fisik dell’Hombre Lobo studio che ha saputo intuire dove volevamo andare a parare! 


5 - Cosa ispira la vostra musica? Come nascono i vostri brani? 
La vita quotidiana (sia fatti positivi che negativi) e la cronaca ci danno l'input a buttare giù le nostre sensazioni e le nostre opinioni e, per fortuna, il fatto di essere amici da sempre, ci evita di diventare troppo seriosi, quando siamo insieme ci viene sempre da scherzare ma lasciando il giusto peso ai temi che trattiamo. A volte arriva prima un testo, altre volte è un riff a darci lo spunto per iniziare a scrivere un nuovo brano, qualunque sia il punto di partenza non c’è brano che prenda vita senza un processo collettivo di scrittura e arrangiamento. 

6 - Di cosa parlano i vostri testi? 
Esperienze vissute ed opinioni su quello che accade a noi direttamente o attorno a noi, piccoli e grandi temi che ci toccano , cercando di comunicare e stuzzicare, in chi ascolta, un'opinione sincera, un'opzione di scelta. Sono testi molto concreti. Siamo sempre attenti al mondo reale a quello che succede nella società. Di materiale per un gruppo heavy o thrash ce ne è a bizzeffe, gli stimoli sui contenuti non mancano mai. Il nostro ultimo lavoro parla di legami, dei fili che ci uniscono nonostante tutto. 

7 - Pregi e difetti di suonare come trio in una musica come la vostra? 
Il pregio è che si facilitano tutte le operazioni, dall'organizzare prove e concerti, alle "grandi" decisioni su come sviluppare un pezzo, come registrarlo… Un difetto è che ogni tanto qualcuno, proprio come farebbe un parente premuroso, ti vuole appioppare che ne so, un tastierista, un mandolinista, un coro gospel, non considerando che così si snaturerebbe l'impronta che abbiamo scelto fin dall'inizio (pensa che inizialmente Conte doveva essere una seconda chitarra e c'era un cantante solista!). In realtà è che forse il vero unico difetto è nella parte economica, le spese di una band sono le stesse se si è in 3 o in 5! 

8 - Come pensate di muovervi e di promuovervi ai tempi del coronavirus? 
Bella domanda, pensa che il disco è uscito il 5 marzo 2020. Questo vuol dire che nei mesi precedenti (chi suona come noi, saprà bene di che parliamo) ci siamo sbattuti come matti per organizzare delle date in tutta o quasi l’Italia. Eravamo riusciti a mettere su 18 date che ci avrebbero permesso di portare la nostra musica in giro da metà marzo a fine luglio sfruttando quasi tutti i weekend… Ma le cose sono andate diversamente, tutte le date sono state annullate e non abbiamo idea di quante riusciremo a riprogrammare… Considerando che nel frattempo alcuni locali non ce l’hanno fatta e hanno chiuso i battenti. Non è facile capire come muoversi per rimettere in moto la macchina di promozione. Dove c’è la possibilità con concerti all'aperto, in sicurezza, siamo da poco riusciti a fare una sera al Traffic Live di Roma ed è stato stupendo tornare a suonare dal vivo dopo tanti mesi e la risposta del pubblico è stata davvero calorosa…Invece li dove non è possibile, cercando di sfruttare canali web(facendo girare i nostri video, le foto dei concerti, chissà, forse qualcosa in streaming?). Di sicuro preferiamo decisamente il contatto diretto, anche se con una mascherina di mezzo! 

9 - Come vedete il futuro della musica metal in Italia? 
Rosso per la passione, Bianco per la purezza, purtroppo Verde per l'economia!!! L’ultimo decennio ha visto una buona affermazione, finalmente, del metal italiano sulla scena internazionale e speriamo che questo crei nuove possibilità anche per la scena underground. Comunque ci sono molte buone band che collaborano tra loro, anche grazie a pagine ed iniziative dedicate, ed etichette specializzate che porteranno (speriamo) a qualcosa di buono. Sono gli anni della musica elettronica, i numeri sono un po’ calati nella scena rock e metal, fatta eccezione per i grandi eventi, almeno quelli!!! Ma il rock e il metal sono generi che resistono al tempo e agli altri generi! 

10 - Lascio a voi libertà di concludere l’intervista. Dite quello che volete a chi ci sta leggendo… 
Intanto grazie per aver letto fino a qui, date sempre una possibilità alle band italiane, ascoltatele, se vi piacciono condividetele con i vostri amici. Fate girare i loro nomi, questo è di grande aiuto. Provateci anche con noi Shockproof, su spotify trovate i nostri dischi, potete contattarci da facebook per chiederci una copia, una maglia o scambiare quattro chiacchiere con noi, diteci i vostri pareri, diamo un senso a questi social!!! Cerchiamoci nel web ma incontriamoci dal vivo, insomma: Non perdiamoci di vista!

Intervista a cura di John Preck

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