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INFESTICIDE “Envenoming Wounds” (Recensione)

 
Full-length, Blood Harvest
(2020)
 
“Envenoming Wounds” è il secondo album del trio messicano Infesticide. La loro musica è un concentrato di pesante death metal. Quello proposto è un assalto frontale e brutale che si abbevera alla scuola più oltranzista, seguendo le linee guida di band come Morbid Angel e restando legati ad un suono ed un attitudine che poco hanno a che fare con le evoluzioni contemporanee del genere. La band offre un’esecuzione che abbina alla violenza una buona tecnica (The Phosphovore). Questo permette di risultare credibili, con una produzione grezza che ne esalta le qualità, da cui scaturisce un suono pesante ma equilibrato in cui tutti gli strumenti escono fuori in modo potente e nitido (Utter Darkness). 
 
La parte del leone spetta ad una chitarra che trascina tutti gli altri strumenti, con un’esecuzione dinamica ed un riffing che alterna power cord a plettrato, avendo sempre come comune denominatore un approccio violento (Fathomless Steel). Gli Infesticide hanno un’anima selvaggia, la loro musica è marcia dentro, e la loro propensione all’estremo più nichilista lo si avverte durante tutto l’ascolto, attraverso brani schizzati, sparati a tutta velocità con un riffing dinamico e pieno di attitudine death metal (Perpetuating Madness). I nostri sanno maneggiare molto bene la materia e riescono ad essere credibili e convincenti. Nonostante non abbiano inventato niente propongono una musica estrema con grande personalità. Brani della durata media di tre minuti riescono a condensare tutta la loro brutalità, con continui cambi di tempo e di riff, per una musica frenetica e piena di idee (Magma Blood). 
 
I brani riescono a vivere ognuno di luce propria, evitando un marasma dove potrebbe risultare tutto uguale. Il breve strumentale (Acid Lava) messo strategicamente a metà percorso è lì per spezzare un attimo il ritmo e dare un po' di respiro con le sue sonorità acustiche. I brani sovente sfociano nel blast beat a cui vengono alternate ritmiche veloci, di estrazione speed, mentre pochi sono i rallentamenti. La voce si adegua alla musica, producendosi in una prova schizzata e brutale, e che ben si amalgama alla furia esecutiva. Envenoming Wounds è un album che consiglio a tutti gli amanti delle sonorità estreme che cercano nella musica il lato selvaggio e brutale e allo stesso tempo amano produzioni grezze e non plastificate. 
 
John Preck
75/100 

Tracklist:
1. Envenoming Wounds
2. The Phosphovore
3. Magma Blood
4. Perpetuating Madness
5. Acid Lava
6. Stalwart, Poisonous and Burned
7. Fathomless Steel
8. Utter Darkness
9. Ageless Storms 
 
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