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MANOLUC "Asa Nisi Masa" (Recensione)


Full-length, Independent
(2021)

Signore e signori bentornati su Heavymetalmaniac, in compagnia del vostro Hellbanno. Reo confesso della mia momentanea sparizione da queste pagine ed ancora inebriato dai postumi del mio compleanno mi trovo di fronte al secondo full-length dei nostrani MANOLUC, soggetto della recensione odierna dal titolo "Asa Nisi Masa" e rilasciato lo scorso 20 Marzo. Mi scalda sinceramente il cuore poter vedere un genere usualmente super-prodotto come il così detto "Tech Death" subire una sorte estremamente "indie" come quella di oggi: gruppo che autoproduce tutto, formazione a 4 senza fronzoli e cazzate, italiana al 100% e così via... 

Contenutisticamente siamo davanti ad un lavoro indubbiamente ben steso, dove lungo una scaletta composta da 9 pezzi raramente si hanno punti morti o momenti di noia {non me ne vogliate} tipici di questo stile musicale. La forza di queste composizioni infatti è il mettere il "tech" al servizio del "Death" e non viceversa: pezzi che mantengono intatta la loro affilatura, tuttavia arricchiti da soluzioni interessanti e che appagano anche l'orecchio del jazzista scassacazzo di turno - molto bello ad esempio il dittongo fra la parte arabescata ed il ritmo alla Paradise Lost di "Rapace" - per poi tornare sul caro vecchio metal col grugno senza alcuna difficoltà - altro esempio, la tamarrissima ed apprezzatissima Heliopolis 2029. Plauso ulteriore alla voce: FINALMENTE {capo redattore lasciamelo tutto in maiuscolo please n.d.r.} le lyrics in italiano. 

Caro ascoltatore medio di metal estremo, non ti sei rotto il cazzo delle cose capite a mezzo o espresse male? Io si, per questo accolgo come manna questo lavoro vocale incentrato esclusivamente sulla lingua natale, modo ancor più efficace di trasmettere la decadenza e la freddezza di questi testi e di creare un'atmosfera che si possa definire tale. Chiusura alla Hellbanno in arrivo, vi tocca: l'unico blocco che mi ha impedito di gustarmi questo lavoro a pieno è il mixaggio non propriamente ispirato, dove torreggiano voce e batteria che stritolano tutto quello che c'è nel mezzo. Mai come in questo caso mi son sentito di mordermi le mani per aver perso qualcosa della composizione durante l'ascolto, poiché questo disco sarebbe stato più valorizzato da un lavoro più minuziosamente eseguito. Altro appunto da recensore rompi palle, le linee compositive delle strofe dei pezzi tendono a cadere tutte più o meno sempre sui soliti andamenti: gusto personale, ma pezzi così gustosi sul piano compositivo avrebbero meritato una cura più meticolosa anche su questo comparto. 

Alla fine la somma di questo opus è questa: disco valido, validissimo sotto molti aspetti al quale però manca il "la" finale, qualche limatura o accorgimento per passare da molto buono ad eccellente. Tuttavia per una volta ce ne possiamo anche fregare, e goderci un disco appassionante che saprà coinvolgere anche i non amanti del genere. Tech-Death "alla MANOLUC"? Più che promosso. 

Hellbanno {L.B.}
80/100 

Tracklist:
1. Rapace
2. Solstizio
3. Heliopolis
4. Cemento armato
5. La pittima
6. Il bosco senza sentieri
7. Il letto di procuste
8. Madre dell' oscurita'
9. Deriva

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