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DEATH SS "X" (Recensione)


Full-length, Lucifer Rising Records
(2021) 

I Death SS possono essere considerati la più importante band heavy metal italiana in attività, per retaggio storico e per l’importanza che hanno rivestito nel dare lustro al metal tricolore nel mondo. Con “X” giungono al loro decimo lavoro in studio e non hanno più nulla da dimostrare a nessuno. Nonostante questo continuano a creare della musica di grande qualità, restando al passo con i tempi, mantenendo al contempo la loro forte personalità. 

Quello proposto è un lavoro molto vario nelle atmosfere. Qui ci soffermeremo unicamente sull’aspetto musicale, tralasciando l’aspetto lirico. Quello che ci troviamo di fronte è un lavoro ben confezionato, con una bellissima copertina, nel loro classico stile horror. Quello che incontreremo tra le dieci canzoni proposte è uno stile che varia da momenti più propriamente metal ad altri più gotici, passando per certo hard rock ed arrivando ad atmosfere più propriamente ottantiane, soprattutto per certo uso delle tastiere. L’inizio è affidato all’ottima “The Black Plague”, uno dei migliori del lotto, il brano più heavy, il più trascinante, seguito da “Zora” dal forte appeal radiofonico, non a caso scelto come singolo. Atmosfere mansoniane fanno da sfondo in un brano dinamico come “Under Satan’s Sun”. Momenti dal taglio più propriamente hard rock, con un riffing moderno, si hanno in brani come “Rebel God” e “Lucifer”, con dei ritornelli che entrano in testa già dal primo ascolto. 

La parte centrale di “X” è caratterizzata da un atmosfere e suoni più gotici, e si avvicinano molto a quanto proposto dai Paradise Lost nel periodo che va da One Second all’omonimo, quindi abbiamo un filtraggio del sound alla Depeche Mode, con chitarre sempre ben presenti ad irrobustire il muro di suono. Ne sono un esempio calzante i brani più lunghi del lotto “Temple Of The Rain” e “The World Is Doomed”. “Ride The Dragon” è l’altro pezzo propriamente heavy metal, una cavalcata che non lascia prigionieri, in cui l’interpretazione di Steve Sylvester è sopra le righe, un brano in cui le tastiere fanno un ottimo lavoro, creando profondità oltre il muro ritmico. Con “Suspiria” tocchiamo l’apice dell’album, un brano fortemente evocativo, un brano dall’incedere lento, in cui l’interpretazione di Steve Sylvester è superlativa. Siamo di fronte ad una grande canzone in pieno stile dark sound italiano. Se qualcuno si chiedesse cosa significa questa definizione, può ascoltare questo brano ed avrà una risposta esaustiva. Nella dinamica di “X” trova spazio anche un brano come “Heretics” dai connotati altamente pop. Non saprei che altra definizione utilizzare. Questo è un altro momento che ricorda da vicino un certo reverendo. 

“X” è un album che non deluderà i tanti appassionati dei Death SS. Allo stesso tempo riconferma la caratura internazionale della band, la quale si conferma in ottima forma. E adesso, pandemia permettendo, non ci resta che aspettare le date del tour per goderci il loro spettacolo live.

Recensore: John Preck
Voto: 78/100 

Tracklist:
1. The Black Plague 
2. Zora 
3. Under Satan’s Sun 
4. Rebel God 
5. Temple of the Rain 
6. Ride the Dragon 
7. Suspiria 
8. Heretics 
9. The World Is Doomed 
10. Lucifer

Line-up:
Steve Sylvester - Vocals (lead)
Freddy Delirio - Keyboards
Glenn Strange - Bass
Al De Noble - Guitars
Bozo Wolff - Drums

Web:
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