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END "End" (Recensione)


Full-lenght, Independent 
(2019)

Il black metal è un genere che ha conosciuto negli ultimi vent'anni, e in modo ancora più definito nell'ultima decade, un'evoluzione stilistica, musicale e lirica che ne ha snaturato progressivamente la primitiva essenza, rendendolo spesso qualcosa di totalmente diverso da ciò che era un tempo. Permangono tuttavia svariate realtà che ripropongono lo stesso sound di un tempo, ancorate all'aura grezza e bestiale dell'età d'oro, senza contaminazioni di sorta nè soluzioni ricercate. E' con questo intento che nel 2004 nasce in quel di Milano, per mano del cantante e chitarrista Paul, il progetto solista End, concluso senza alcuna release ufficiale quattro anni dopo a causa degli impegni del musicista con la band thrash/speed metal Evil Spell. La seconda vita del progetto inizia nel 2012, con l'ingresso nella formazione del compagno d'armi di Paul Nekrofilo al basso e di Joutsen alla batteria, con cui viene rilasciato nel 2019 l'omonimo album di debutto, recentemente ristampato in attesa della pubblicazione del secondo lavoro "Hunter".

"End" si compone di nove inni di puro black metal old-school dai toni esoterici e ritualistici, claustrofobico ed ossessivo nel suo ricercare le sonorità degli anni Novanta, a cavallo tra spietate accelerazioni di matrice finnica e ipnotici rallentamenti di chiara ispirazione norvegese. L'album si apre con l'intro ambient e il mid-tempo ossessivo della title-track, scandito dalle chitarre gelide di Paul e dell'ospite Hellias e dallo scream lancinante del founder: l'accelerazione di metà brano schiude atmosfere più infernali, rese spettrali da un riff doom tetro e sinistro. Gli oltre sette minuti di "Descending" spaziano dalla violenza sonora della sua apertura, affidata alla batteria forsennata di Joutsen e al riffing affilato dei due chitarristi, alle atmosfere claustrofobiche di un black/doom metal ossessivo e disperato, incontro all'accelerazione furiosa della seconda parte, in un'altalena di emozioni oscure che avvelenano l'anima dell'ascoltatore con la loro essenza occulta ed esoterica pregna di malvagità.

La breve strumentale "Escape", serrata e dalle melodie taglienti puramente old-school, schiude una seconda parte di album in cui il livello qualitativo si alza notevolmente, a partire dalla tirata "The Smith", che col suo riffing atmosferico e freddo partorisce emozioni fino ad ora rimaste inespresse, a metà tra l'epicità e la malinconia, rese ancor più definite dal rallentamento che anticipa la sfuriata finale. La lunga "A Drop of Universe" si apre con un'introduzione di organo e con un riff affilato e oscuro, ad anticipare la violenza della batteria di Joutsen, dopodichè le chitarre di Paul ed Hellias di nuovo si fondono a creare armonie atmosferiche e maestose, quanto mai oscure. "Leaves" è probabilmente l'episodio più riuscito del lavoro, guidato da armonie di chitarra lente e cariche di epicità, quanto mai oscure, ad anticipare la furia martellante della seconda parte, in puro stile finnish. Chiude il lavoro un'outro di organo tetra e raggelante, perfetta conclusione di un'opera nera ed esoterica che sembra appartenere ad una dimensione temporale lontana ma mai completamente sepolta dalle incursioni musicali dell'età moderna.

"End" è un viaggio nel black metal dei primi anni Novanta, guidato da un'essenza diabolica e occulta che è presente in ogni momento del lavoro, in un crescendo tra brutalità, maestosità e malinconia che tormenta l'ascoltatore con continui cambi di tempo e di atmosfera. L'unico album in studio in quindici anni complessivi di attività del progetto sembra aver delineato perfettamente il sound che Paul e soci intendono dare alla loro musica, come fedele riproduzione delle atmosfere della vecchia scuola, e non possiamo che attendere a questo punto il nuovo lavoro "Hunter", in uscita per Cult of Parthenope, nella speranza che questa piccola realtà lombarda nata ormai quasi vent'anni fa abbia finalmente spiccato il volo.

Recensione a cura di Alessandro Pineschi
Voto: 77/100

Tracklist:
1. End
2. Descending 
3. Kill 
4. Escape 
5. The Smith 
6. A Drop of Universe 
7. The Black Boar
8. Leaves 
9. Outro 
Line-up:
Joutsen - Drums
Paul - Guitars, Vocals
Nekrofilo - Bass
Hellias - Guitars (rhythm)

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