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Dark Tranquillity "We Are the Void"


Full-length, Century Media, 2010
Genere: Melodic Death Metal


C'è gente che purtroppo vive esaltandosi per poco o nulla, così tanta e così suddita delle idee di massa che si pone a mò di "scendiletto", e regalò e ostentò voti e parole largamente meritevoli alle ultime prove dei Dark Tranquillity senza alcun senso.

Da fan di vecchia data della formazione di Stanne e soci non posso che distaccarmi da questa frotta di decerebrati che valuta album come "Character" o "Fiction" come fossero dei disconi, quasi capolavori. Due copie sbiadite di "Damage Done", ultimo vero platter degno di questo nome creato dai ragazzi di Göteborg, fatte passare per innovazione o conferma di qualità? La mancanza d'idee o forse solo la voglia di continuare su una strada conosciuta ha finito per creare uno stallo artistico che ha prodotto prove sufficienti con qualche sprazzo di quello che erano sino al 2002, ma che nè raggiungono nè scalfiscono i periodi antecedenti a esse.

2010, si parte: "We Are The Void".
Cosa aspettarsi? Qualcosa di nuovo o il terzo clone in fase discendente e conseguente delusione?
La band percorre per l'ennesima volta le coordinate sonore di "Damage Done", si nota però sin dalle prime battute un'ispirazione e una voglia diversa, c'è una spinta maggiore che attraversa le note scandite già dall'opener "Shadow In Our Blood" veloce ed elaborata come non si sentiva da un bel po' a questa parte. Sembra che sia tornata quella grinta e quel quid che permetteva loro di andare oltre i soliti schemi, quella scintilla che nel 1999 permise di creare "Projector", tassello fondamentale per il cambio di rotta musicale applicato e evoluto negli anni a seguire.

La presenza di Brandstorm, con le sue incursioni tastieristiche sempre più larghe e presenti, e un Sundin finalmente rientrato in toto mentalmente anche nella fase di solista, infondono alle tracce di "We Are The Void" quell'adrenalina, quell'iniezione di fiducia che mancava ai suoi predecessori.
"Projector"/"We Are The Void": dieci anni di carriera li dividono, eppure questo disco pare la summa dell'operato della decade appena trascorsa. "The Fatalist" per certi versi rievoca lo scintillare di una "The Sun Fired Blanks", "In My Absence" ricorda un misto fra "On Your Time e la più recente "Cathode Ray Sunshine",
non manca poi la traccia entusiasmante "The Grandest Accusation", pezzo di grande presa e facile fruibilità dove Mikael accenna anche un breve passaggio clean. Anche questa ha nelle sue vene linfa che sgorga dai tempi andati di "In Sight", canzone inserita nella raccolta di demo e out-tracks "Exposures-In Retrospect And Denial" e legata all'uscita "Haven".

Potrei continuare la descrizione per tutte le undici tracce trovando punti di contatto continui ed evidenti; i Dark Tranquillity tendono a citarsi e ricitarsi senza cadere nell'autoplagio scontato, il loro stile è talmente radicato e solidamente incastonato nelle forma strumentale che ci offrono da creare un deja-vu automatico ma alquanto piacevole arrivando così alla conclusiva "Iridium" con un sorriso di pura soddisfazione e appagamento.
Sulle prestazioni dei singoli evito anche di pronunciarmi e soffermarmi, se c'è una cosa sulle quale si può far affidamento è un'esecuzione che rasenta sempre (o quasi) la perfezione da parte di ogni effettivo, in questo caso coadiuvata dal missaggio in studio di Tue Madsen (Kataklysm, The Haunted, Behemoth), uno che sa come si fa il proprio lavoro.

Per chi non l'avesse ancora inteso, i ragazzi hanno finalmente rialzato la testa, hanno leggermente modificato il tiro coniugando una visione presente al passato che li ha fatti grandi, bypassando la ripetitiva monotonia che i due antecedenti platter avevano mostrato.
La nebbia si è diradata lasciando che la loro stella torni a farsi vedere. Non splende come negli anni Novanta, ma è di sicuro rivitalizzata.

Recensione a cura di: Tomb
Voto: 77/100


Tracklist:
1. Shadow in Our Blood
2. Dream Oblivion
3. The Fatalist
4. In My Absence
5. The Grandest Accusation
6. At the Point of Ignition
7. Her Silent Language
8. Arkhangelsk
9. I Am the Void
10. Surface the Infinite
11. Iridium

http://www.darktranquillity.com/
http://www.myspace.com/dtofficial

2 commenti:

  1. Non ho ancora sentito nulla, ma non dubito che i DT abbiano colpito nel segno, anche perchè io sono uno dei decerebrati che ha ascoltato fino allo sfinimento anche i dischi precedenti questo! ;)

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  2. Un album così, fatto da gente che ripete se stessa da anni. L'ultima cosa vera e strabiliante fu The Gallery

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