Gorgoroth "Quantos Possunt ad Satanitatem Trahunt"
Full-length, Regain Records, 2009
Genere: Black Metal
Ritornano i Gorgoroth. Quelli di un tempo.
Dopo una dura battaglia legale, che forse stava anche facendo perdere credibilità alla band, Infernus & co. con il nuovo "Quantos Possunt ad Satanitatem Trahunt" vogliono confermarci che l’era Gaahl/King e’ terminata e riportarci indietro di 15 anni, ai tempi dei “veri” Gorgoroth, quelli di "Pentagram" e "Antichrist".
La line-up vede il ritorno dell’ottimo Pest alla voce e di Tormentor alla chitarra, l'ingresso di Bøddel al basso (ovvero Frank Watkins, bassista negli storici death metaller Obituary) e di Tomas Asklund (Dark Funeral, Dawn, Dissection, Necromicon) alla batteria.
Ma passiamo ad analizzare questo lavoro che vuole appunto essere un ritorno alle origini. Nove tracce, forse eccessive per una durata di soli 35 minuti, questo "Quantos Possunt ad Satanitatem Trahunt", nonostante il titolo, non ha la giusta ferocia e la malvagità non sempre e’ davvero sentita. I riff sono per la maggior parte piatti e non molto incisivi, la batteria e’ piuttosto monotona e inoltre la produzione troppo pulita contribuisce a dare una sensazione di freddezza e di distacco ma non di cinismo, che è molto diverso.
L’opener "Aneuthanasia" la definirei passabile, anche se già possiamo capire che sono ormai molto lontani i tempi dei grandi capolavori "Pentagram", "Antichrist" e "Under the Sign of Hell". "Prayer" è a mio avviso la traccia migliore dell’album: in essa è racchiusa infatti l’essenza black metal, i riff di chitarra sono abbastanza taglienti e la voce di Pest è ben inserita in questo contesto di malvagità . "Rebirth" è piuttosto anonima così come "Building a Man" e "New Breed", che potrebbero tranquillamente essere eliminate.
"Cleansing Fire" invece mi ha in qualche modo richiamato alla memoria l’ottima "Funeral Procession".
"Satan–Prometheus" è una sorta di preghiera a Satana (ripresa e continuata poi dall’outro "Introibo ad Alatare Satanas"), un pò come il ringraziamento che viene fatto dopo un sacrificio e che chiude il rito.
In conclusione posso dire che pur essendo musicalmente abbastanza valido (grazie anche all’ottima prova vocale di Pest), è un album che manca di quella potenza che caratterizzava i primi loro lavori. Un ritorno alle origini non proprio azzeccato. Peccato.
Recensione a cura di: Laraerica
Voto: 65/100
Tracklist:
1. Aneuthanasia
2. Prayer
3. Rebirth
4. Building a Man
5. New Breed
6. Cleansing Fire
7. Human Sacrifice
8. Satan-Prometheus
9. Introibo ad Alatare Satanas
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