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Intervista: LAPIS NIGER

Dopo la pubblicazione dell'ottimo “Fuckin’ God Kult”, recensito dal sottoscritto su questo stesso portale, sono andato ad indagare in casa Lapis Niger per saperne di più su questa interessantissima black metal band romana. Nelle parole di Zrohell e Triarius respiriamo innanzitutto una cosa: la devozione per il vero Black Metal! E credetemi, questo non è scontato...

1) Ciao ragazzi, vogliamo cominciare col discutere della vostra assenza dalle scene per cinque anni? Cosa è successo in casa Lapis Niger in questo lungo periodo?

Zrohell: Il tempo trascorso tra una release e l’altra è stato tutto speso in funzione di un progetto coerente di obiettivi che io e Triarius ci siamo posti da quando “New Order of Chaos” era ancora un master. Volevamo una produzione più fredda e per ottenere la stessa ho ricoperto la figura di produttore del disco, avendo così di fatto tutto sotto il nostro controllo.
Durante la stesura del materiale si è poi unito a noi Quirinvs, dando una marcia in più a tutto il nostro operato.
Triarius: Abbiamo cercato di realizzare qualcosa che rispecchiasse il più possibile quelle che sono le nostre “visioni” cercando di rimanere aderenti a quello che siamo, partendo dalla stesura dei pezzi fino ad arrivare alla produzione finale, tutto doveva essere coerente con le nostre personalità e ciò ci ha portato via un sacco di tempo. ”Fuckin’god Cult” è l’essenza delle nostre menti

2) Ho molto apprezzato il vostro nuovo “Fuckin’ God Kult”, come si evince anche dalla mia recensione. Credo che abbiate spinto ancora in avanti il vostro black metal, aggiungendo a mio avviso ancora più oscurità e personalità al vostro sound. Quali sono, secondo voi, gli elementi che diversificano questa vostra ultima release rispetto alla precedente?

Zrohell: Sicuramente la voglia di migliorarci e di gridare in maniera più ferale il nostro odio; come in ogni battaglia, più tempo si spende a mutilare, più si diventa chirurgici.
Triarius: Una maggiore compattezza tra i brani. Sicuramente “Fuckin’god Cult” è piu omogeneo rispetto a “New Order of Chaos”, la produzione stessa è certamente più affine a ciò che volevamo: oscurità e ira; una maggiore consapevolezza dei nostri mezzi e una maggiore capacità espressiva.

3) Credo siate tra le poche band in Italia a portare avanti un discorso black metal davvero coerente e credibile, partendo dai classici norvegesi ma non clonandoli, e soprattutto si respira molta convinzione e attitudine nella vostra musica. Cosa serve, secondo voi, attualmente, per risultare davvero credibili in questo settore senza apparire come i cloni dei cloni di qualcuno?

Zrohell: La musica è una forma d’arte, di guerra e di pensiero; io non penso che si possa provare ad essere credibili: o si hanno braccia, teste e cuori in quel che si fa, o meglio fare altro perché prima o poi chi ascolta capirà che sei un poser e basta.
Triarius: Bisogna avere dentro ciò che si vuole esprimere, l’attitudine giusta. Non basta fare un riff “cattivo”, non basta urlare dentro un microfono, queste sono cose che meccanicamente chiunque è in grado di fare.
Non è ciò che fai ma come e perché lo fai! Il Black Metal non è un semplice genere musicale, è qualcosa di più profondo; è una consapevolezza che nel bene o nel male ti segna.
Non serve un cazzo di niente per essere credibili, non esiste una forma per esserlo, esite solo la consapevolezza di ciò che si è. Chiunque abbia compreso cosa vuol dire Black Metal è in grado di carpire l’essenza di un disco. Bisogna avere l’anima altrimenti si è solo puttane truccate.

4) Quali credete siano le armi vincenti di una band come i Lapis Niger? Credete di differenziarvi in qualche modo nel marasma delle black metal bands?

Zrohell: Senza dubbio la nostra attitudine oggi ci contraddistingue: non seguiamo nessuna moda, neanche all’interno dell’attuale scena Black Metal, non siamo una band NS.
L’essere slegati dai clichè ci rende liberi di esprimerci.
Siamo coerenti e molto autocritici, non pubblicheremo mai qualcosa che non ci emozioni. Penso che ciò renda la nostra musica quel che il Black Metal non è più da parecchio: ragione e odio.
Triarius: La coerenza con noi stessi prima di tutto. La piena consapevolezza di ciò che siamo e di come vogliamo esprimerlo, la totale dedizione alla fiamma. Nulla all’interno dei Lapis Niger è lasciato al caso. Tutto ha un significato, se poi ciò viene compreso o meno, non è un nostro fottuto problema. Non faremo mai nulla che non rappresenti appieno ciò che siamo come individui. Black Metal è qualcosa che si ha dentro, che non si può creare dal nulla. È pieno di inutili band formate da inutili individui, la cui prima preoccupazione è crearsi un’immagine e fare proclami che rasentano il patetismo cristiano, senza avere nulla di concreto da dire. Semplici puttane che svendono ciò che non posseggono. Ci poniamo lontano dal loro fetore.

5) Di cosa trattano le liriche di “Fuckin’ God Kult”?

Zrohell: Anticristianesimo, esoterismo, alchimia e culto di Roma precristiana. Vogliamo svelare al mondo quanto falsa possa essere una religione che siede sulle macerie di culti ben più genuini.
Triarius: Del nostro profondo odio verso il culto del messia, del nostro totale disprezzo verso il cristianesimo, dello schifo che proviamo verso coloro che strisciano ai piedi della croce: inutili subumani usurpatori della Nostra Terra.

6) Cosa rappresenta la copertina del vostro nuovo disco e chi l’ha realizzata?

Triarius: L’immagine è stata presa da alcune delle mille raffigurazioni di matrice cristiana che deturpano la Nostra Città Immortale e che infangano la nostra memoria. Il fatto che l’angelo tenga in mano il crocifisso – che per i cristiani, è il simbolo della fede e della speranza, mentre nell’altra rechi il nostro logo, simboleggia il concetto che è alla base dei Lapis Niger, ossia il totale disprezzo verso l’umano e il suo stesso “salvatore”, il bugiardo crocifisso sul Golgotha. L’angelo è il messaggero dell’anatema, la personificazione simbolica della desolazione umana, nonché la nostra volontà di profanare e scardinare le false speranze legate a stimoli, pulsioni e sentimenti fin troppo terreni.

7) So che alcuni di voi hanno suonato nei Noctifer. Qual è la vostra priorità al momento?

Zrohell: Io e Qvirinvs siamo stati membri dei Noctifer. Non suono con loro da 6 anni, abbiamo preso strade differenti anche se siamo rimasti in ottimi rapporti; per farti un esempio “Fuckin’god Cult” è stato registrato in location Noctifer. Ovvio precisarti che i Lapis Niger sono un’entità a se stante.

8) Vorrei che analizzaste l’attuale scena black metal. Ci sono, allo stato attuale, delle realtà che apprezzate particolarmente?

Zrohell: io ascolto un po’ di tutto, soprattutto cose vecchie. Nel mio stereo girano parecchio Blut Aus Nord, Satyricon, Immortal e Burzum. Una realtà italiana sono i Moriar, con cui speriamo di collaborare presto.
Triarius: lo stato attuale della scena ha del patetico. È raro che io riesca a trovare un gruppo al quale conferire la mia stima per l’attitudine che dimostrano i suoi componenti e, ovviamente per la musica che fanno. È pieno di band formate da individui che considerano il Black Metal come un passatempo, come una fottuta moda del cazzo! Fortunatamente esistono ancora realtà che mantengono il giusto spirito. Parlo di gruppi come i Moriar, Zervm, Altar of Perversion, Clandestine Blaze, Lja, Pagan Hellfire, Mare, Skuggheim, Nefarious, MGLA, Tundra e poche altre band.

9) Siete attivi sul fronte live? E ci sono date pianificate imminenti?

Zrohell: non ci siamo mai esibiti, non ci sono state le premesse: fino al 2009 eravamo in 2 e trovare persone con cui condividere una visione importante di band estrema non è facile.
Nel prossimo futuro, se ci saranno occasioni di live importanti, le sfrutteremo.

10) Bene ragazzi, concludete come volete!

Zrohell: Grazie dello spazio, support the war!
Triarius: Grazie per averci dato la possibilità di poter completare il messaggio. Supportate il vero Black Metal, condividetene i segreti solo con chi ha Sangue Nero.
Mactate Agnum Dei.

Intervista a cura di: Kosmos Reversum

http://www.myspace.com/lapisniger
http://www.lapisniger.it/

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