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Detestor “Fulgor”

Full-length, Buil2Kill Records/Nadir Music, 2011
Genere: Death Metal


Ricordo ancora quando, nel 1994, comprai la demo tape di “Dark Reality” presso la sala prove/label Dracma di Torino. Ero un ragazzino e i Detestor stavano muovendo i loro primi, importanti passi. Quel demo non passò certo inosservato e collezionò moltissimi pareri positivi. Loro erano davvero una promessa per il death metal nostrano.
Poi arrivò nel 1995 il loro primo full-length a confermare il loro status di band di valore, “In the circle of time”, che fu un altro centro completo, incensato da stampa e dalla folta nicchia di fans che la band si stava guadagnando. Nel 1997 ecco che qualcosa cambia e la band sforna “Red Sand”, un disco che già si distaccava dai canoni prettamente death metal che aveva battuto fino a quel momento, e abbracciava sonorità più moderne e sperimentali, quasi una sorta di avanguardia tra il metal estremo e l’embrione del nu-metal. Il disco in generale venne accolto bene, ma ovviamente non tutti capirono la sterzata della band, soprattutto chi li seguiva dagli inizi. Pochi anni dopo il gruppo si sfalda e lascia un vuoto all’interno della nostra scena ma, come spesso accade, “morto un Papa se ne fa un altro” si dice, e quindi la band venne presto dimenticata e poco rimpianta.

Nel 2011 ci riprovano e, sotto l’etichetta Buil2Kill dell’attento Trevor dei Sadist, pubblicano il loro ritorno chiamato “Fulgor”. Tagliando corto possiamo dire che la band finalmente gode di una produzione appropriata e che aveva penalizzato la band in tutte le passate release, ma anche lo stile è cambiato, nonostante questo disco abbia dieci anni sul groppone, in quanto inciso nel 2001 e completato con le voci nei giorni nostri. Colpisce la violenza e il cantato disperato e incazzato di Jaiko, il drumming furioso di Rigel, e una proposta che tutto sommato, pur rientrando in dei canoni vicini al death metal melodico/metal-core di nuova generazione, risulta abbastanza personale. I pezzi sono tutti delle mazzate sui denti, a partire da “God Is Empty” fino alla conclusiva “Fulgor”, ma nel mezzo la band dimostra anche di saper allentare la tensione, vedi “Nobody Stops Me”, una specie di semi ballad che mostra il lato più malinconico e melodico dei Nostri. Anche la title track si apre in modo soffuso, ma presto il riffing si fa affilato e la velocità prende il sopravvento, ma con dei begli stacchi riflessivi. E’ proprio su questi contrasti che la band dà a mio avviso la maggior dimostrazione di maturità rispetto al passato e nei quali si scorge che il tempo ha impreziosito le loro doti tecnico-compositive, anche se oggi hanno una line-up parzialmente rimaneggiata.

Un disco che scorre via molto bene insomma, e che dimostra il buono stato di salute di una band che probabilmente vuole riprendersi quello che gli era dovuto e che non è mai arrivato per vari disguidi e sfortune. Occorre lavorare ancora un pochino per me, perché non sempre i Detestor di oggi si dimostrano convincenti e alcuni pezzi al loro interno sembrano a volte non ben architettati, quasi come se la band abbia incollato parti senza un filo logico, ma l’impressione generale è positiva. Disco buono ma ancora incerto nel non volersi staccare troppo dal passato pur osando con nuovi stili. Devono decidersi se stare da una parte o dall’altra, ma la strada da loro intrapresa è quella giusta.

Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 69/100


Tracklist: 
1. God Is Empty
2. The Wrong Way
3. Boot Shaped Country
4. Free Of Cry
5. I Fell Disgusted
6. The Human Race
7. Regression
8. Nobody Stops Me
9. Finished
10. Fulgor

http://www.myspace.com/detestorofficial

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