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Acherontas "Vamachara"

Full-length, Agonia Records, 2011
Genere: Black Metal

“Il Vamachara è una Via Diretta, o Secca. Di cinque Dita è composta la Mano Sinistra. Nath, Sarhbang, Aghori, Fratelli dell'Ombra. E Luce Oscura, l'Opponente. In essa, ho fatto cose molto belle, e cose molto meno belle. Non mi vanto delle prime, nè mi pento delle seconde.”
Insolito che una band greca, cresciuta alle pendici del monte Athos vada a riesumare miti vedici, antiche scritte san scritte, misticismo indiano.
Insolito inoltre che il risultato finale sia estremamente interessante, assorbendo per 45 minuti l’ascoltatore in un universo in cui la predominanza della fase rituale è una caratteristica fondante dell’intero svolgersi degli eventi. Un mondo quindi colmo di sacralità, il cui soggetto è messo in musica, utilizzando stilemi, canoni, archetipi a metà fra il melodic black metal e lo sperimentalismo razionale.

Sei tracce di facili penetrazione successivamente ad un’analisi interiore che punti ad esternare le preoccupazioni, le noie quotidiane per calarsi “puri” nelle note metafisiche del combo ateniese. Superato l’evocativo intro, un recitato a forti tinte esoteriche, la componente black si snoda attraverso riff che lontanamente ricordano il gusto melodico degli Ulver, i quali cercavano una dimensione differente dalla solita carica a testa bassa ormai divenuta endemica, costruiti attorno ad una dinamica batteria, che non disdegna l’uso di violenti blast beats. Dominante la voce teatrale del singer, che alterna uno scream al vetriolo ad una clean filtrata di sicuro effetto, simile per impatto emozionale a certi tratti dei Borknagar, dove, non a caso, Garm riusciva a trasudare odio e al medesimo tempo esplodere in linee vocali quasi operistiche.

Da ascoltare assolutamente la title track, dalla progressione però dannatamente simile alla seconda traccia del plot, e la bellissima strumentale Ohm Krim Kali, la quale mischia chitarre acustiche, percussioni tribali, e in modo inaspettato rumori noise causati dall’intromissione discreta della componente elettronica. Una fusione, che nella sua semplicità lineare (tutto sommato sono pochi accordi retti da una melodia singola), svolge il compito assegnatole: spezzare il ritmo di un flusso di coscienza che, tenendo conto della scarsa varietà dei riff (ma potrebbe essere una scelta consapevole), rischia d’essere ascoltato senza riuscire a soffermarsi il tempo necessario a compenetrare a fondo il concetto espresso da Vamachara.

Produzione e capacità tecniche sono fuori discussione: scelte felici sia nell’equalizzazione dei volumi, sia nella composizione del combo, dove tutti i protagonisti conoscono alla perfezione il loro ruolo. Gradevole il lavoro della chitarra solista, di stampo molto classico, la quale invece di inerpicarsi in passaggi in sweep picking et similia preferisce comporre gli assoli con note posizionate ad arte, rendendole nel complesso udibili ed apprezzabili. Qualcosa che si discosta dalla solita cascata di suoni spesso incomprensibili oppure poco distinguibili gli uni dagli altri.

Nel complesso un lavoro particolare, che può appagare una vasta gamma di fruitori, da chi ricerca nel black una continua evoluzione per quanto riguarda le tematiche, a chi preferisce una certa potenza sonora, ai nostri connaturata. Di conseguenza, oltre a dimostrare il valore sopra la media espresso nel loro terzo full degli Acherontas, il platter evidenzia un continuo progresso, obbiettivo essenziale di ogni artista che osi definirsi tale.


Recensione a cura di: Thanatos
Voto: 80/100


Tracklist.
1. Opening the Eye of the Storm 02:41
2. Blood Current Illumination 07:38
3. Abraxas 05:50
4. Vamachara 06:20
5. Ohm Krim Kali 06:28
6. Beyond the Mazeways to Ophidian Gnosis 05:31
7. Drakonian Womb 10:54

DURATA TOTALE: 45:22

1 commento:

  1. Ottima rece, vedrò di ascoltarlo al più presto!

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