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Lost Soul “Immerse in Infinity”

Full-length, Witching Hour Productions, 2009
Genere: Death Metal


E’ davvero un mistero il fatto che certe band rimangono relegate sempre all’underground più profondo, soprattutto quando ci si trova di fronte un disco come questo “Immerse in Infinity” dei polacchi Lost Soul (quindi da non confondere con gli altri act omonimi di altre nazionalità).
Attivi da ormai venti anni e con una produzione abbastanza consistente alle spalle, approdano oggi sotto le ali protettrici della Witching Hour Productions, label che fino ad ora mi sta regalando solo buone sorprese. E anche qui i boss ci hanno visto giusto.

Questo album può competere con tutta la scena più osannata fatta dei soliti nomi, devota al death (chiamatelo, tecnical brutal, ma fondamentalmente si tratta di death) e che molto ha imparato dalla lezione d’oltreoceano (Hate Eternal, Cryptopsy, Nile) ma che mantiene anche una solida base come da tradizione death metal made in Poland. E’ una miscela furente, ossessiva e quasi apocalittica quella dei Lost Soul, che non lascia respiro. Le canzoni sono tutte di una durata media elevata (si va dai 5 ai 9 minuti circa di durata per singolo brano) e tutte sono di buona qualità. Il drumming di Desecrator è completo, implacabile, un vero mostro di bravura che non solo trita tutto, ma arricchisce con molta fantasia l’intero platter. La voce del buon Jacek Grecki è molto simile a quella di Piotr Wiwczarek dei conterranei Vader, quindi brutale ma non esasperatamente gutturale e la coppia d’asce formata da Domin e lo stesso Grecki è una fucina di riff quadrati e tecnici, che rimandano anche a qualcosa dei Cynic o soprattutto dei Pestilence di “Spheres”, con quell’alone astratto tipico degli olandesi. Ma i Lost Soul fondamentalmente non fanno prigionieri, passano sprezzanti sopra tutto e tutti, con la loro proposta quasi parossistica, picchiando per quasi un’ora senza pietà o concessioni alla melodia. Solo un magma sonoro che vi risucchierà e vi risputerà fuori spolpati. Inutile fare una disamina di singoli episodi; qui tutto è talmente denso e omogeneo che pare di ascoltare un’unica traccia.

Si potrebbe appuntare un difetto principale però a questo disco, che sta proprio in ciò di cui vi ho già accennato, ovvero l’eccessiva monoliticità della proposta, non aiutata da brani forse un po’ lunghetti per il genere proposto. Non è facile mantenere sempre a livelli altissimi l’attenzione dell’ascoltatore quando per oltre 5 o 6 minuti si pesta a manetta. Però è anche vero che i nostri dimostrano ogni tanto di rallentare il tiro, forse capendo il tranello, come in “...If the Dead Can Speak”. 
Disco consigliato ad ogni death metaller amante in particolare della frangia più tecnica del genere. Questo disco potrebbe rivelarsi una vera sospresa per tutti i fan di act come Nile o Hate Eternal, coi quali questi polacchi hanno molti punti in comune.

Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 70/100


Tracklist:
1.Revival 07:04
2.Personal Universe 06:08 
3....If the Dead Can Speak 05:04 
4.216 08:00 
5.One Step Too Far 06:43 
6.Breath of Nibiru 06:18 
7.Divine Project 06:18 
8.Simulation 09:42

DURATA TOTALE: 55:17

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