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Bahal "Ikelos"

Full-length, Self-released, 2010
Genere: Progressive Black/Death Metal


Il nuovo album dei Bahal, one man band italiana da Lecco (anche se da poco non più tale, visto che ora Lord Bahal si è circondato di una formazione completa), si chiama “Ikelos”, è il terzo ed esce autoprodotto con 46 minuti di musica splittati in 6 tracce più intermezzo ed outro. Il disco in questione, come si può capire già dalla copertina, non è il solito disco black metal, ma piuttosto un disco che propone un approccio intelligente al suddetto genere, con un largo uso della chitarra solista, massivamente presente nell’album, tentazioni thrash e tocchi epici.

Ma nonostante le capacità tecniche eccellenti di Lord Bahal, nonostante alcuni riffs molto belli, nonostante una ricerca della personalità apprezzabile, “Ikelos” è tutt’altro che un disco perfetto: è un disco che pecca di presunzione e di auto indulgenza, finendo per infarcire i brani di davvero troppi assoli molto prolungati, che cozzano in pieno con i riffs thrash metal e che poco c’entrano con il black metal. Sono degli stili scollati tra di loro, che rendono i brani non brutti, ma poco scorrevoli o appassionanti proprio per via di questo motivo. Altre volte, come in “Il labirinto”, si ha l’impressione che lo stile compositivo dei Bahal abbia poco a che fare col black metal, quanto che sia una specie di extreme metal talmente orientato sulla chitarra solista che neanche serve cantarlo. Completano il quadro in negativo una drum machine ben programmata ma coi suoni ahimé molto diversi dalle chitarre e dal basso, rendendo così il suono molto meno speciale di quello che poteva essere, uno screaming poco personale e anonimo, e soprattutto l’esecuzione a volte non precisa degli assoli di chitarra (spaventosa la corda vuota pizzicata per sbaglio a 2:23 di “Danza del crepuscolo”, o il fuori tempo prima di 1:00 in “La Rosa”), che rendono il disco molto meno professionale.

Cosa rimane? Rimane lo sforzo, le capacità tecniche comunque notevoli, e due canzoni capaci di mostrare le capacità del progetto Bahal, ovvero la ben fatta “Il labirinto” e le belle idee di “Danza del crepuscolo”, buone canzoni anche se non scevre dei soliti assoli interminabili e di un paio di trovate meno riuscite, come lo stacco acustico della prima delle canzoni citate. Ma è troppo poco; questo cd, lo ripeto, è sì abbastanza ben suonato e con alcuni spunti interessanti, ma sono tutti pregi anche un po’ fini a loro stessi, annegati come sono in uno stile solista troppo presente, esibizionista, barocco e pomposo, ma anche un po’ spocchioso e pretenziosetto, che sacrifica la qualità delle canzoni e qualsiasi trasporto in esse.

Il Giudizio finale è una scarna sufficienza che premia le capacità tecniche, alcune trovate esatte, e fa da incoraggiamento. Ciò non toglie che il valore di questo cd sia marginale, e non memorabile, e che manchi di precisione nei dettagli sia compositivi che tecnici che professionali in fase di registrazione. Consigliato solo agli amanti del black metal e della chitarra solista. Peccato però che chi ama il black metal normalmente non ama perdersi in tecnicismi ricercati (o almeno non lo compra per quel motivo), mentre chi ama la chitarra solista va a comprare un cd del suo guitar hero preferito, non (con rispetto) dei Bahal. Quale pubblico dunque per i Bahal? Risposta non pervenuta. Ci riserviamo, comunque, di riascoltarli con attenzione in futuro, dopo che si spera che questa band abbia rodato la macchina al meglio.

Recensione a cura di: Snarl
VOTO: 61/100


Tracklist:
1. La Tormenta 09:02
2. Il Sentiero 04:42
3. Erebo 10:40
4. Il Bardo 02:14
5. Il Labirinto 07:04
6. La Rosa 04:29
7. Danza Del Crepuscolo 06:34
8. Tra Le Braccia di Morfeo 01:31

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