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MYSTICUM "Planet Satan"

Full-length, Peaceville Records
(2014)

A quasi vent’ anni dal loro primo, e finora unico, album “In the Streams of Inferno” tornano i norvegesi Mysticum, pionieri all’ epoca di un Black Metal futuristico ricco di suggestioni industriali, dal suono meccanico all’ ora (1996) ancora inedito e sperimentale, che in seguito ha spinto varie band a contaminare il Black con l’ elettronica nelle forme più disparate.
I nostri si presentano con “Planet Satan” che riprende il discorso dove si era fermato all’ epoca, ovvero riprendendo il loro Black Metal cibernetico dominato da drum machine pestata e synth in bella vista; se oggi non è più una novità a causa di epigoni come gli Aborym, esso continua comunque ad avere il suo effetto nella sua furia fatta di sincretismi sonori. Il gruppo è formato da Dr. Best (basso, programming), Prime Evil (voce, chitarre), Cerastes (voce, chitarre), tutti e tre membri storici che hanno fatto parte di altre realtà sperimentali come gli Ulver e gli Aborym.

Si parte con “LSD” dale casse sintetiche dritte e serrate, sulle quali si innestano voci effettate in un growl robotico e loop di chitarre a trapano, prodigandosi in tempeste elettriche fredde e marziali dalla chiara essenza Black, rielaborata in un cyborg sonoro dove le tastiere creano pause che rilasciano bordate Metal violente e selvagge. “Far” parte con una marcia militare incalzante su cui si posizionano chitarre distorte che creano bufere sonore fredde tramite le quali prendono spazio i ritmi sintetici e lo screaming spettarle del cantato, accompagnati da malinconiche tastiere spettrali in sottofondo che assumono anche connotati cosmici, mentre “Fist of Satan” è una centrifuga cacofonica ai limiti della Techno Hardcore nei suoi BPM, intervallata da aperture con cantato che richiama Thomas G. Warrior, in una folle commistione dove la drum machine sembra un mitra impazzito per un Machine Metal dagli andamenti schizofrenici, dove comunque le chitarre sono ben presenti, in loop taglienti e discordanti.

“All Must End” ci accoglie con una strana introduzione onirica, che lascia spazio ad una cavalcata Black a doppia cassa robotica e continui flussi stridenti di chitarre gelidi e penetranti, sui quali si staglia lo screaming sofferente del cantante, per un pezzo più legato al classico songwriting anni ’90, pur non rinunciando a gli elementi che distinguono il gruppo, come le tastiere spettrali in sottofondo e i suoni elettronici, come nella pausa Drum ‘n’ Bass che al quarto minuto fa da ponte con la seconda parte del brano, fredda e “space” nelle sue tastiere, e allo stesso tempo minacciosa con le sue marce di drum machine. “Dissolve to Impiety” chiude l’ opera, sorprendendoci con un Dark Ambient dominato da corni tibetani che richiama Lustmord, supportati da campionamenti sinistri e industriali e rumori vari, che prosegue a lungo estraniando l’ ascoltatore in un drone maligno e sperimentale che elimina del tutto la parte Metal dei nostri, facendo da lunghissimo Outro portato avanti dalla ripetizione di suoni e motivi spettrali,

Possiamo dire che “Planet Satan” mantiene le promesse e si configura come un buon ritorno che prosegue il Black Industriale dei nostri, il quale come detto ormai non può più essere una novità in un mondo in cui la sperimentazione in campo Metal è all’ ordine del giorno, ma che comunque mantiene tutti i motivi d’ interesse che la band ha sempre avuto in se. Comunque è un album inconfondibilmente Black Metal nelle sue fredde melodie atonali di chitarra, e l’ elemento elettronico e ben amalgamato evitando qualsiasi effetto pacchiano o troppo commerciale, mantenendo un’ oscurità industriale ed ostica perfetta per un lavoro di questo tipo. Un gradito ritorno!

Recensione a cura di: Davide Pappalardo
VOTO 90/100
 
Tracklist:
1. LSD 04:53
2. Annihilation 04:41
3. Far 04:43
4. The Ether 06:49
5. Fist of Satan 04:53
6. All Must End 07:01
7. Cosmic Gun 05:40
8. Dissolve to Impiety 08:35
DURATA TOTALE 47:15

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