TEITANBLOOD "Woven Black Arteries"
EP, Norma Evangelium Diaboli
Recensione di: Davide Pappalardo
(2012)
Nel 2012, a tre anni di distanza dal debutto "Seven Chalices" che li ha fatti conoscere nel mondo del Meta estremo, e a due anni prima della consacrazione con il capolavoro Black/Death "Death", il duo spagnolo Teitanblood, sempre costituito dal batterista J e dal cantante e chitarrista/bassista NSK, pubblica l' EP "Woven Black Arteries" contenente due tracce che superano i dieci minuti di durata e ci mostrano la loro anima piĆ¹ sperimentale unendo il loro Blackened Death Metal bestiale e primitivo con lunghe sezioni Dark Ambient maligne e oscure, creando blasfemi rituali fatti musica che dipingono inquietanti affreschi infernali che travolgono l' ascoltatore senza via di scampo.
Il primo pezzo "Sanctified Dysecdysis" ĆØ un inedito, mentre il secondo "Purging Tongues" era uscito come vinile limitato l' anno precedente, ripresentato qui per la fruizione di massa e trovando perfetta collocazione insieme al primo brano.
Il primo pezzo "Sanctified Dysecdysis" ĆØ un inedito, mentre il secondo "Purging Tongues" era uscito come vinile limitato l' anno precedente, ripresentato qui per la fruizione di massa e trovando perfetta collocazione insieme al primo brano.
Partiamo dunque con "Sanctified Dysecdysis " e con i suoi orrorifici campionamenti tetri che evocano mondi infernali, presto squarciati da riff in loop ad accordatura bassissima, cacofonici ed ossessivi, su cui si staglia la batteria metallica di J, mentre le vocals soffocate e folli sono in sottofondo, coperte dalla strumentazione e volutamente basse nel mixaggio, come ruggiti e sospiri in lontananza che creano un senso d' inquietudine, mentre assoli stridenti fanno ogni tanto capolino in un songwriting vorticante giocato sulle chitarre taglienti lanciate in bordate costituite da muri di suono, e beat martellanti di drumming a doppia cassa. Vengono raggiunte cosƬ vette di Noise puro, prima dell' improvviso rilassamento del quarto minuto, che dopo feedback vari ci dona un lungo ed incalzante momento Doom/Death trascinate nella sua fredda e sepolta melodia atonale e dissonante, dove lo spettrale growl prende potenza, e la batteria ĆØ ormai un mezzo di tortura privo di controllo; gli assoli discordanti sono come lame che incidono fendenti nella struttura del pezzo, e i riff sono seghe elettriche ruggenti che fanno dell' assalto costante il loro mezzo d' espressione. Riprende quindi la corsa senza ragione o tregua, che non vuole lasciare quiete nemmeno nei rallentamenti, sempre ricchi di soffocanti vortici cacofonici che riescono perĆ², grazie alla mastria dei nostri, a non essere mai fini a se stessi, e a conservare anche nel caos assoluto ritmi trascinanti grazie alla batteria che assume anche connotati tribali, e alle chitarre serrate; sentiamo anche campionamneti vocali dal sapore solenne che aumentano al tensione, giĆ alta del pezzo, in una demoniaca nennia ossessiva che nell' ultimo minuto, dopo l' enensimo feedback, si lancia in una cavalcata finale in doppia cassa e loop arrugginito di chitarra, insieme a spettrali effetti che si fannos mepre piĆ¹ incalzanti, fino a dominare del tutto la scena con i loro canti malsani.
"Purging Tongues" aumenta la posta in gioco, aprendosi con percussioni marziali di tamburo e un lunghissimo dialogo campionato in spagnolo, che ritroveremo per tutta la sua durata, configurando in bella vista l' anima piĆ¹ Dark Ambient ed onirica dei nostri, onirica nels enso di incubo naturalmente. La strumentazione irrompe con allucinate dissonanze sulle quali si accompagnano i ruggiti sempre coperti ed effettati di NSK, e i poliritmi cacofonici di batteria, vere e proprie dichiarazioni di guerra fatte musica. I ritmi si fanno sempre piĆ¹ claustrofobici e non adatti a chi non ama il rumore, creando un gorgo disorientante dove tutto si fonde in un vortice nero che non conosce compromessi. Ma ancora una volta quello che sulla carta puĆ² essere un incomprensibile marasma, grazie agli assoli stridenti ben posizionati e agli andamenti incalzanti di batteria e chitarra, risulta insolitamente ammaliante, a patto di adorare l' estremo musicale vero e proprio; i Teitanblood non scherzano e non hanno nessun connotato facile o commerciale, delineando la loro musica con continui assalti bestiali che fondono Black e Death in un suono primordiale che solo al sesto minuto si ferma per ridare spazio al sermone iniziale, prima di esplodere ancora in una cavalcata infernale triturante e giocata su folli velocitĆ oltre ogni limite, e improvvisi rallentamenti grevi e stridenti, in una sorta di montagna russa sonica che deride la nostra resistenza. Infine il tremolo crea bellissimi arpeggi epici su cui torna il dialogo campionato insieme ai colpi serrati di batteria, creando un' imponente coda in una processione sonora che avanza imperterrita, strisciante nel suo mixaggio lo - fi e grezzo, per un perfetto marciume tempestato da dure bordate. Dopo il dodicesimo minuto tutto si ferma, e la voce campionata ĆØ accompagnata da solenni suoni di campana e andamenti ambientali inquietanti da film horror portando in superfice l' anima atmosferica dei nostri in un epico motivo oscuro che conclude nella perfezione il brano, e anche l' EP, in una somma di tensioni prima esplose, e ora serpeggianti, ma sempre dalla natura demoniaca ed opprimente.
Un tassello imprescindibile della discografia dei nostri, che pur nel loro stile primitivo e brutale, non ripetono mai totalmente se stessi riuscendo ad organizzare il proprio suono cacofonico con aperture atmosferiche e tetre che mantengono alta la tensione, e si sposano perfettamente con la loro furia strumentale che non conosce compromessi e si delinea in vortici neri ricchi di chitarre stridenti e batterie pestate, dove ĆØ bandita la facile melodia, o anche solo l' andamento lineare e rassicurante. Niente ritornelli, niente arpeggi progressivi o pause sognanti: i Teitanblood pestano duro, e quando si fermano ĆØ solo per portare a galla monolitici incubi rallentati e oppressivi; come diranno loro stessi piĆ¹ avanti, il loro compito ĆØ dimostrare che "Il Death Metal non ĆØ musica" nel senso che non ĆØ un prodotto di facile presa fatto per la consumazione di massa, o almeno tale non era nella sua nascita. Nella loro furia strutturata avrĆ sempre base il segreto della loro formula che allo stesso tempo assalta e attira, proponendo in chiave personale quanto fatto in decenni di nera sperimentazione dai gruppi War/Bestial, ma con un rigore e un perfetto bilanciamento d' ingredienti, e allo stesso tempo una rabbia claustrofobica genuina, che hanno davvero pochi rivali e raggiungono vette toccate solo dal Noise e dalla musica industriale piĆ¹ ostica.
VOTO: 93/100
Tracklist:
1. Sanctified Dysecdysis 11:47
2. Purging Tongues 15:38
DURATA TOTALE 27:25
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